“I giovani tra grinta e fragilità”: primo incontro a Sorrento di “Semi…Siamo”

“I giovani tra grinta e fragilità”. È stato il tema dell’incontro che ha aperto, mercoledì 19 giugno, nell’atrio della cattedrale di Sorrento, il nuovo ciclo estivo di appuntamenti sull’“educAzione” intitolati “Semi…Siamo”. A promuoverli la comunità ecclesiale della cattedrale di Sorrento (Na), in collaborazione con le parrocchie di Massa Lubrense. Ad animare la serata, presentata dal parroco della cattedrale, don Carmine Giudici, è stato il Vescovo di Palestrina e assistente generale dell’Azione cattolica italiana, mons. Domenico Sigalini, grande esperto di tematiche giovanili. Alla serata ha partecipato il nostro Arcivescovo, mons. Francesco Alfano, che ha concluso l’appuntamento con una sua riflessione.
Con acutezza e brio, mons. Sigalini ha affrontato il tema della serata ponendosi sia dalla parte degli adulti sia dei giovani. Infatti, per prima cosa il Presule ha fatto distribuire tra i presenti un foglio con una serie di enunciati su cosa significa “essere giovani oggi tra fragilità e grinta”, secondo il punto di vista dei giovani. Così “essere giovani è avere un’età che ti permette di essere al massimo della salute, al massimo della voglia di vivere, al massimo dei sogni”, ma anche “sentirsi fatti per cose grandi e trovarsi a fare una vita da polli”. E proprio dall’insoddisfazione che caratterizza la vita dei giovani nascono delle inquietudini: “Hai un cuore che si allarga sempre più, le esperienze fatte non sono capaci di colmarlo”.  E soprattutto sorgono le domande: “Essere giovani è alzarti un giorno e domandarti: ma dove sto andando, che faccio della mia vita, chi mi può riempire il cuore? Posso realizzare questi quattro sogni che ho dentro, c’è qualcuno lassù che mi ama? Che futuro ho davanti?”.
Mons. Sigalini ha, quindi, invitato i giovani a commentare queste affermazioni, ma, forse per timidezza, nessuno ha preso la parola. Perciò, il Vescovo ha proseguito nella sua analisi. “Tra i giovani – ha detto – la necessità di stare in compagnia è fondamentale, ma le domande di senso hanno un grande rilievo nella vita di tutti i giovani. Quando eravamo giovani noi, invece, avevamo le risposte, senza porci le domande”. Tra le domande più ricorrenti dei giovani ci sono quelle riguardanti la giustizia, la felicità, la verità, il lavoro. Proprio su quest’ultimo aspetto,  il presule ha invitato i giovani a darsi da fare: “Non aspettiamoci che il mondo degli adulti ci trovi un lavoro!”.
Mons. Sigalini ha anche sottolineato come i giovani rifiutino posizioni ideologiche e che vogliano avere la possibilità di scegliere  in libertà. “In passato – ha affermato – c’erano poche possibilità, oggi i giovani possono scegliere  tra moltissime opzioni. Ma occorre educare la libertà, per evitare di provocare sofferenza. Perché la libertà è impegnativa. Non significa fare ciò che ti piace, ma fare la scelta migliore per la tua vita”. Di qui la necessità del discernimento. Di fronte a questa libertà, però, molti giovani scelgono o “di adattarsi, adeguandosi a quello che fanno tutti”, o “entrando in un gruppo, dove le decisioni le prendono gli altri” oppure “creando un tessuto bello di relazioni con gli amici, in cui si vivono obiettivi e valori comuni”. Quest’ultima è “un’esperienza positiva, come si vive nelle associazioni”. Anche nell’esperienza religiosa “i giovani vogliono essere liberi di scegliere come vivere la loro vita di fede”.
Ma gli adulti e la comunità cristiana nel suo insieme come possono aiutare i giovani a vivere in modo sano la loro libertà? Sono due per mons. Sigalini le parole chiave: “stima e ascolto”. “Dobbiamo smettere di guardare i giovani per giudicarli – è stato l’invito -. I giovani non sono dei perditempo. Hanno la capacità di ‘progettarsi’ se sono aiutati. Dobbiamo, perciò, imparare a guardarli per stimarli, consapevoli che possono donare al mondo qualcosa di bello”. Così pure “è necessario mettersi in ascolto dei nostri giovani”. È seguito un breve dibattito, con l’intervento di qualche adulto e di una sola ragazza.
A concludere l’incontro è stato il nostro Arcivescovo, mons. Alfano. “È stata – ha dichiarato – una chiacchierata simpatica per i tanti aneddoti raccontati e per le provocazioni che ci ha offerto”. Certo, rispetto alla richiesta iniziale di mons. Sigalini ai ragazzi di interloquire, “resta forse un po’ di amaro in bocca, ma alla fine il ‘dialogo’ c’è stato perché il Vescovo di Palestrina ha prestato la voce sia agli adulti, agli educatori, alle famiglie, alla comunità cristiana, sia ai giovani, perché ha offerto uno spaccato del mondo giovanile, essendo entrato in empatia con i ragazzi e avendoci mostrato come pensano”. Per mons. Alfano è molto importante l’invito finale di mons. Sigalini a “stimare e ascoltare i giovani”. “Noi adulti – ha evidenziato il nostro Arcivescovo – dobbiamo accogliere i giovani per un dialogo profondo. Stasera vado via con lo stimolo a continuare questo dialogo con i giovani e l’ascolto concreto che permette di far nascere una stima profonda dei giovani. E vado via con l’auspicio che in futuro i giovani non rimangano più in silenzio, sentendosi accolti e compresi”.

di Gigliola ALFARO