AC: Cristiani per scelta – formazione per catechisti ed educatori sul documento CEC

Si è svolta domenica 2 ottobre 2016 la prima giornata di formazione per catechisti ed educatori organizzata dall’Azione cattolica diocesana e centrata sulla presentazione sul documento dei Vescovi della Campania, Cristiani per scelta. Iniziare alla vita buona del Vangelo in Campania, sull’iniziazione cristiana per fanciulli e ragazzi.
Hanno presentato il documento l’Arcivescovo S.E. Mons. Alfano e Giovanna Accomando, della diocesi di Avellino, socia di Azione Cattolica con esperienze nazionali relativamente ai cammini formativi dei fanciulli, dei bambini e dei ragazzi.
Il documento dei Vescovi è il frutto di un cammino decennale (dal 2003) svolto nelle diocesi della Campania relativamente alla catechesi e alla formazione dei catechisti. In esso è ribadito innanzitutto che l’Iniziazione Cristiana (IC) non va intesa come tappa finale di un cammino, ma, anzi, come una iniziazione, appunto, alla vita cristiana ed evangelica; come recita la presentazione: ‘il documento […] vuole offrire all’itinerario dell’Iniziazione Cristiana alcuni criteri generali e una modulazione comuni […è ] un utile strumento […] per rivitalizzare le nostre comunità, aprendole al recupero di risorse nuove e per troppo tempo disattese
I Vescovi mettono in evidenza lo stretto legame tra IC ed educazione alla vita cristiana: la catechesi di IC a bambini e ragazzi, pertanto, è strettamente collegata alla creazione di legami e relazioni con le persone e con le famiglie e richiede il rinsaldarsi del patto educativo tra le generazioni.
I catechisti devono partire, inoltre, dalla considerazione che oggi il contesto sociale non è più cristiano, che i tradizionali ‘grembi della fede’, cioè la famiglia, la scuola, la parrocchia stessa, non generano più, o lo fanno molto a fatica, alla fede: si pensi alla difficoltà a comprendere il linguaggio simbolico della liturgia, alla crisi delle famiglie, al rifiuto di ogni progettualità a medio e a lungo termine, che caratterizzano gli odierni contesti sociali e di vita. Lo scenario, pertanto, è quello del primo annuncio.
Importanti, quindi, alcune scelte di fondo.
La prima: rimettere al centro della catechesi il Regno di Dio, come orizzonte di senso. La catechesi, allora ‘non potrà essere astratta, insignificante e moralistica, aliena da ogni forma di impegno concreto per gli ultimi e dalla responsabiltà di trasformare il mondo’: essa deve comportare la partecipazione alla missione evangelizzatrice in un certo territorio.
La seconda: l’IC deve accompagnare in un ‘un vero e proprio apprendistato globale di vita cristiana, capace di unire la tradizione del messaggio, l’accompagnamento nella risposta e l’abilitazione alla vita cristiana’, che conduca ‘a una scelta di vita e di fede, che è risposta alla chiamata […] battesimale’.
La terza è la logica del catecumenato, secondo la quale  si approntano esperienze successive, ripetute e progressive che conducono a leggere nella propria esistenza i segni della presenza di Dio. Per logica del catecumenato non si intende ‘una mera riproposizione tout court del catecumenato […] perché si ha a che fare con persone che hanno già ricevuto il battesimo e per di più fanciulli’.
La quarta scelta di fondo è la comunità ecclesiale, chiamata essa stessa ad iniziare ed educare alla fede: i Vescovi riconoscono le difficoltà in cui si dibattono le comunità parrocchiali in cui forte è l’esigenza di ricostruire il ‘tessuto cristiano, in modo da recuperarne il ruolo educativo’; suggeriscono, quindi, come sia importante che tali comunità valorizzino l’importante contributo di quelle realtà ecclesiali, ‘soprattutto le proposte formative dell’Azione cattolica, dello scoutismo cattolico, dell’oratorio, delle varie forme di spiritualità giovanile’, che esprimono un progetto formativo qualificato e coerente.
La quinta scelta di fondo è la cura del coinvolgimento della famiglia ‘nel processo di educazione alla fede dei fanciulli e dei ragazzi’.
Il documento, poi, oltre a indicare proposte concrete, tratta della formazione del catechista dell’IC, snodo fondamentale, dato che ‘una delle principali difficoltà emerse […] è proprio la carenza di catechisti adeguati’.
Nella presentazione del documento Giovanna Accomando ha sottolineato come le scelte di fondo indicate in esso corrispondano ai criteri di strutturazione degli itinerari catechistici per l’ACR e per i giovanissimi e agli stili: vedasi l’importanza dell’abilitare alle scelte e alla risposta a una chiamata, che l’associazione fa vivere attraverso l’adesione; come pure la logica del catecumenato che è ribadita dalla ciclicità triennale (anche della vita associativa scandita dagli incarichi di servizio), come pure l’insistenza in questi itinerari catechistici associativi per la dimensione missionaria (v. Iniziativa annuale dell’ACR, ad esempio) e la abilitazione a leggere i segni della presenza divina nella propria vita e di realizzare la lettura sapienziale, cioè evangelica, di essa.
Oltre alle citazioni esplicite al contributo che l’AC deve dare, data la sua stessa natura, all’IC, il documento costituisce per l’associazione tutta un incoraggiamento nel continuare a lavorare per far maturare sempre più la vocazione e la sollecitazione educativa, che chiama anche a tessere alleanze educative di vita buona del Vangelo e a rinsaldare il patto tra le generazioni, che in associazione è garantito dalla presenza di adulti e di giovani educatori.
La mattinata è stata un momento importante di scambio e un’opportunità anche conviviale per stringere alleanze educative tra educatori dell’ACR e dei giovanissimi, e catechisti di bambini e ragazzi parrocchiali.
Sono state presenti rappresentanti di catechisti ed educatori delle parrocchie di S. Maria Assunta e S. Catello, SS. Salvatore – Scanzano, SS. Salvatore – Vico Equense, S. Vincenzo, S. Antonio da Padova, S. Maria la Carità, Gesù Redentore, S. Giovanni Battista – Gragnano, S. Maria di Galatea – Piano di Sorrento, Santa Maria del Lauro – Meta, S. Matteo a Quisisana. Positivi il clima relazionale, la preghiera vissuta insieme, la modalità di presentazione dei contenuti del documento.

 

di Albertina BALESTRIERI