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All’annuncio della Parola, vi fu grande gioia in quella città

Percorso di formazione pastorale: prima fase

Il Vento dello Spirito soffia leggero e imprevedibile, e ci sorprende sempre con la ricchezza dei suoi doni. Stavolta il dono viene da lontano, dalla terra di Sicilia, da dove Carmelo Torcivia, sacerdote e teologo pastoralista, ha accolto il nostro invito ad accompagnarci in un ulteriore passo del cammino che la nostra Chiesa diocesana sta percorrendo, per imparare a “restare in città” da testimoni coerenti di una fede incarnata nell’oggi.
Cristianità, evangelizzazione e conversione pastorale: don Carmelo ci ha condotti per mano in un percorso nel quale abbiamo incontrato la Chiesa degli anni ’70, mostrandoci che, in alcune sue intuizioni non realizzate, possiamo ritrovare tante delle inquietudini della Chiesa di oggi.
Evangelizzazione e sacramenti, pastorale di conservazione e pastorale di missione, cronos e kairòs…Tanti i temi toccati, tante le sollecitazioni a riflettere, in un appassionato e competente itinerario, nel quale ci hanno fatto compagnia anche i Pontefici degli ultimi decenni, che con il loro magistero hanno sempre più avviato processi di rinnovamento nella Chiesa, che, come ci sottolinea don Carmelo, non è nata a Pentecoste, ma nasce ogni giorno. Nasce ogni giorno anche per consentire al seme buono – che viene prima delle nostre azioni ecclesiali – di dare frutto, di portare conversione, a noi per primi, tante volte tentati dalla consuetudine e dalla paura dei cambiamenti, attenti a conservare postazioni, e non aperti alla storia e alla novità. C’è sempre una parte di noi che fa fatica a credere che se il Vangelo non si incultura non è vivo: oggi non c’è più posto per una pastorale di conservazione, per una parrocchia fontana del villaggio, recinto dei bravi, da custodire per non rischiare contaminazione col mondo di fuori, mondo da osservare più che da abitare. Ma una Chiesa che non si contamina è vecchia, non riesce più a capire e a capirsi.
I cambiamenti hanno bisogno di confronto con le diversità, la stessa evoluzione si nutre di diversità, e tutto questo è ricchezza, è inculturazione, è kairòs, il tempo che porta buone notizie.
Riesce la nostra Chiesa diocesana a sentire la vita che circola in città? Ad esprimere le parole di vicinanza che il magistero di Papa Francesco ci suggerisce? Una parrocchia “ospedale da campo”, “povera e per i poveri”, che incontra e si lascia incontrare, che va oltre il rischio del “si è sempre fatto così” e del lavoro d’ufficio; una parrocchia dove si respiri aria di gioia pasquale; dove anche gli operatori pastorali, uomini e donne adulti nella fede, e non soltanto religiosamente composti, siano desiderosi di portare in città, nei luoghi dell’uomo, la rivoluzione della tenerezza. Guardando negli occhi, costruendo relazioni. E anche di relazione don Carmelo ci ha parlato. Il nostro Dio è relazione, la missione della Chiesa è relazione, la pastorale ordinaria sia di relazione, e la relazione, nutrita dalla misericordia, costruisce quei legami buoni che ci rendono testimoni credibili di un amore ricevuto e rimesso in circolazione.
La Chiesa cresce per attrazione, ci ricorda Papa Francesco. Anche la nostra Chiesa: e ci fu grande gioia in quella città!

di Lucia di MARTINO