Assemblea CEI: Dal Diario di don Franco 23 maggio 2017

Roma, Collegio Capranica 23 maggio 2017 ore 23.30

La giornata che ora si conclude è stata molto intensa e stimolante. Vinco pertanto la tentazione di andare a letto subito e provo a raccontarla brevemente. Siamo entrati oggi nel vivo dei lavori della nostra assemblea. Due impegni specifici ci attendevano. 

Primo: l’elezione della terna da presentare al Papa per la nomina del nuovo presidente della CEI. Superate le prime difficoltà pratiche, dovute all’utilizzo della moderna tecnologia per la votazione elettronica, abbiamo fatto esperienza della guida dello Spirito, ben oltre le nostre aspettative. Nessuna discussione previa su possibili candidature, nessuna cordata o accordi nascosti. Fin dalla prima votazione è apparso chiaro l’orientamento dell’assemblea: le figure su cui ci si è concentrati e che sono state scelte esprimono molto bene, con le loro differenze di stile e di esperienza, il nostro intento comune. Vogliamo continuare il cammino sulla scia di quanto il Papa ci sta chiedendo, anzi desideriamo dare una spinta decisa nella ricerca di nuove vie per l’annuncio del Vangelo e la costruzione di comunità aperte, pronte a condividere con tutti la gioia della fede e l’anelito verso un mondo più giusto e fraterno!

Secondo: l’argomento specifico di questi giorni è il rapporto tra i giovani e la fede, in vista del contributo della Chiesa italiana al Sinodo indetto da Papa Francesco per l’anno prossimo. La relazione introduttiva, presentata nel pomeriggio, alla ripresa dei lavori, è apparsa non solo a me molto interessante, anche se non esaustiva, ed è stata poi arricchita da diversi interventi in aula. La tematica ci riguarda tutti molto da vicino. Domani la riprenderemo nei laboratori, così potremo discuterne in gruppi più ristretti e portare ciascuno le nostre esperienze, confrontandoci su quanto sta maturando nelle nostre Chiese riguardo al mondo giovanile: luci e ombre oggi sono state descritte con passione e amore, con intelligenza e coraggio, con libertà e profezia. Molti hanno evidenziato che non basta parlare dei giovani e delle loro attese, in un mondo che sta cambiando tanto rapidamente. Occorre parlare con i giovani e soprattutto saperli ascoltare. Chiedo al Signore che faccia dono a tutti noi pastori di questi atteggiamenti cosi indispensabili per essere accompagnatori nella fede e collaboratori della gioia di coloro che sono chiamati a costruire il futuro già ora, nel nostro presente. È la grande sfida educativa. Il primo impegno missionario, oggi più urgente che mai. La nuova frontiera e la soglia da attraversare per incontrare a Cristo, che ci precede e parla al cuore di ognuno dei suoi fratelli, specie dei più giovani!