Assemblea Generale CEI: comunicare con semplicità e chiarezza per arrivare a tutti

Il terzo giorno dell’Assemblea Generale della Cei, è stato dedicato a momenti di studio e di confronto in base alla tematica proposta basata sulla comunicazione. Ecco un commento del nostro Arcivescovo Mons. Francesco Alfano che ha vissuto intensamente l’Assemblea e che vuole condividere con tutti il proprio pensiero.
“Da Babele a Pentecoste…
Il confronto nel gruppo di studio a cui ho partecipato questa mattina è stato intenso e arricchente, avendo scelto tra le tre piste proposte di soffermarci sulle conseguenze pastorali della rivoluzione digitale in atto.
Non sono mancate le preoccupazioni, dinanzi ai rischi di una cultura mediatica esposta alla spersonalizzazione delle relazioni. Ma occorre un atteggiamento positivo e fiducioso, che ci permetta di cercare un linguaggio comprensibile e un più convinto coinvolgimento dei laici. Nessun ambito comunicativo va trascurato, tenendo presente che solo l’autorevolezza del soggetto o del gruppo può riempire di senso l’orizzontalità in cui viviamo: la sfida educativa vi rimanda sempre alla relazione interpersonale, ancora richiesta anche dai giovani.
Come far crescere il senso critico, soprattutto nelle nuove generazioni? Occorre trovare la lingua giusta nel tempo che viviamo, facendo arrivare il messaggio che conta con le parole giuste che tutti capiscono. La Chiesa esiste proprio per questo: comunicare, oggi come sempre, la verità che è Cristo attraverso la vita, la testimonianza, la relazione!”
Nelle conclusioni del nostro confronto su un tema così attuale e importante vale la pena sottolineare l‘atteggiamento di fondo che ci deve accompagnare: vincere la paura del catastrofismo con la convinzione delle opportunità che offrono i nuovi media, resistere alla tentazione del “determinismo tecnologico” e considerare invece i media come preziosissimo osservatorio dei bisogni dell’uomo contemporaneo, passare dall’utopia di una società trasparente (tipica del secolo scorso) al coraggio della profezia che supera l’incapacità di immaginare il futuro dicendo un deciso no alla tolleranza zero (come risposta semplicistica a ogni violenza) e all’illusione di ritornare alla Chiesa preconciliare. Ci aspetta un bel lavoro, per nulla facile ma appassionante, per la costruzione di una comunità civile ed ecclesiale attenta alle esigenze di ogni persona, specie i più deboli!