Campo Estivo Living Stones Amsterdam 2020: una bella testimonianza

“In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».” (Luca 7, 36-39)

Mi sono spesso chiesto in quale città andrebbe a predicare Gesù, se s’incarnasse proprio oggi, in questo terzo millennio. Mi sono spesso chiesto quali luoghi avrebbe frequentato, quali amicizie, quali periferie e quali centri storici avrebbe visitato. Si dice, nei vangeli canonici, che fu un uomo che camminava tanto, e si vocifera nelle tradizioni orali che diedero vita a quelli apocrifi, che forse viaggiò molto di più di quanto possiamo pensare. Me lo chiedo perché è affascinante aprire il Vangelo e scoprire che quell’uomo non aveva pregiudizio verso alcuno, neppure verso quelle donne che la folla attorno aveva già etichettato come peccatrici, adultere, senza fede. Ci sono oggi, città, che condividono con quelle donne una simile etichetta, una più di tutte: Amsterdam, considerata dai più, quasi una Gomorra dei nostri tempi. Amsterdam, capitale della droga e del sesso a pagamento, Amsterdam città di anime perse … dicono. Gesù non ha paura del peccato che portano le anime che ha dinanzi, ma anzi, si lascia toccare da loro, le frequenta, le raggiunge nel loro punto più intimo, per ravvivare in loro la scintilla di Dio. La stessa sapiente pedagogia del nostro maestro, a volte siamo chiamati a ripetere, pulendo i nostri occhi dalle tante travi (molto spesso moralistiche) che abbiamo, ed avendo la delicatezza di trattare con cura le pagliuzze che accecano gli occhi degli altri.

Quest’estate la comunità Living Stones, per la prima volta ha scelto questa città come luogo di missione della sua evangelizzazione. Lo scopo delle comunità Living Stones-Pietre Vive è quello di evangelizzare attraverso l’arte presente nelle nostre chiese, in modo da far sì che le pietre parlino ai cuori di quanti le visitino.    Io e Luigi, seminaristi, abbiamo condiviso con loro quest’esperienza. Si è formata immediatamente una piccola comunità, composta di giovani (la cui testimonianza di fede ci ha edificati), guidata spiritualmente da Padre J. P. Hernandez SJ. Nell’arco di due settimane abbiamo pregato insieme, fatto vita comune, ci siamo preparati ad offrire e abbiamo offerto guide turistico-spirituali alla chiesa dedicata a San Francesco Saverio, proprio nel centro di Amsterdam, e sono stati tanti i visitatori, che attratti da qualcosa o Qualcuno, ci hanno permesso di essere incontrati. Ed è stato senza dubbio lo Spirito a fare unione, a fare incontrare persone provenienti da nazioni diverse, a far sì che riuscissero a comunicare tra loro, e che nel breve tempo in cui sono state insieme si sono accorte che ciò che unisce è quasi sempre più grande di ciò che divide. Ci siamo accorti infatti, in breve tempo, che la sete di Dio, la volontà di incontrarsi col suo Mistero è qualcosa di veramente comune a tutti e a ciascuno, senza distinzioni di razze, di lingue, di colori, di età, di epoche. La domanda di senso dell’uomo di oggi è ancora viva, e si alza verso Dio in modi e forme, che spesso non riusciamo a prevedere.

“Difficile che le persone oggi, entrino in chiesa, specialmente i giovani”  dicono in molti. In realtà ci siamo accorti che è più facile che entrino, se accompagnati.

Nel centro del quartiere rosso di Amsterdam esiste un museo, “Nostro Signore del Sottotetto”. In passato era una grossa casa di un ricco mercante, e proprio su in soffitta, una chiesa a tutti gli effetti. In questi luoghi le comunità si riunivano nascostamente nei tempi in cui i governi vietavano in Olanda il culto pubblico ai cattolici. E allora è forse questo il destino della fede? Cristo in soffitta insieme a tutti i paramenti sacri? Non lo credo. Credo piuttosto che anche nell’intimo dei luoghi nascosti, di cui i più neanche si accorgono, è possibile parlare con Dio, e dirlo ai fratelli. È possibile parlare dai centri storici della vita, proprio quelli che neanche immaginavamo.

Forse come Chiesa oggi siamo chiamati ad accompagnare davanti al Mistero, persone e popoli spesso smarriti, siamo chiamati ad entrare nelle anime delle città e semplicemente pregare, accendere delle fiamme che possano fare laghi di luce dove tutto sembra oscurità, siamo chiamati ad ascoltare le pietre perché anch’esse parlino di noi uomini. In quei giorni estivi di luglio, ad Amsterdam, c’eravamo anche noi. E l’abbiamo toccata questa città che tutti dicono persa. Eppure l’abbiamo vista da dentro, da un punto di vista diverso rispetto a quello da cui la guardano tutti; e ne siamo rimasti, proprio come quando Cristo incontrava le peccatrici, un po’ sorpresi, un po’ abbagliati: dall’Amsterdam dei fiumi sereni, dall’Amsterdam dei paesaggi di Van Gogh, da Amsterdam luogo di persone che cercano Dio, Amsterdam città dove è possibile pregare dentro il cuore del mondo.

a cura di Giacomo Savarese