I Vescovi della Campania, si lasciano guidare – come è giusto che sia in questo tempo così particolare – dalle parole di Papa Francesco e offrono una serie di indicazioni e riflessioni a tutto il popolo di Dio. Occhi, sguardi e cuore sono rivolti alle comunità dei loro territori, dalle più popolate alle più piccole. Alle persone vivono quelle comunità. Uomini, donne, bambini e anziani.
La CEC ha emanato in queste ore una lettera, scritta con estrema attenzione e minuzia, attraverso la quale possiamo cogliere aspetti significativi. In primis, il messaggio che la “tempesta” non è ancora finita, ma sta ancora passando e a riguardo, ci viene lanciata una provocazione: siamo veramente in grado di cogliere i segni del tempo e di leggere in maniera sapienziale la storia?
Bramiamo risposte certe, desideriamo ferme convinzioni, senza renderci conto che questo è il tempo di intercettare le giuste domande.
L’invito è quello di mettere in atto un “discernimento comunitario”, perché non è la rotta quella dobbiamo invertire, ne la destinazione, quanto le modalità con le quali proseguire il nostro cammino. Facciamo in modo che fiorisca – adesso – quello che abbiamo sperimentato in questi mesi. Affinché il tempo speso, non si tramuti in tempo perso.
Quanto ci è accaduto e ci accade ancor oggi, è un’occasione da non sprecare. La lunga quarantena non va dimenticata, ne tanto meno superata, piuttosto deve diventare un punto di osservazione. Per individuare e cogliere, a cuore aperto, bisogni, esigenze, mancanze, dei singoli territori diocesani.
Nessuno viene risparmiato in queste pagine. Presbiteri, religiosi e operatori pastorali, a loro l’invito più grande di “investire su quello che lo Spirito in questo tempo dice alle nostre Chiese”.
Clelia Esposito