Chi AMA chiama

L’'Adorazione eucaristica della Comunità Tabor del 5 aprile

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Sabato 5 aprile, si è svolto nella palestra del liceo scientifico di Castellammare di Stabia l’evento “Chi ama chiama”. Non si è trattato di un concerto, di una competizione atletica o di una tribuna politica, bensì di un’Adorazione eucaristica pensata solo ed esclusivamente per giovani. Ad organizzarla l’Associazione “Comunità Tabor” guidata da don Fabio Di Martino, una onlus presente ormai da sette anni sul territorio stabiese attraverso azioni di volontariato rivolto ai giovani, incontri di catechesi e formazione, ritiri estivi e spirituali e l’Adorazione eucaristica del mercoledì sera dal nome “VogliAMO vedere GESٔ. E’ proprio dall’esperienza profonda di questa Adorazione, che i viandanti vivono ormai da più di un anno nella chiesa di S. Maria dell’Orto a Castellammare, che nasce l’idea del “Chi ama chiama”; l’esperienza, cioè, di un’Adorazione silenziosa vissuta di sera, alle 21, dopo il lavoro, dopo lo studio, quando la città tace e ci si ritrova ai piedi di Gesù per affidarGli gli affanni, le gioie e i sogni racchiusi nel proprio cuore. La presenza costante e sempre più numerosa, durante questo momento di preghiera, di tante persone, soprattutto di giovani, provenienti da ogni parte, ha smosso le acque affinché si pensasse ad un’Adorazione come evento, dove “ospite” della serata, protagonista assoluto sarebbe stato Gesù. E così è stato…
Eccolo lì, Gesù Eucaristia, esposto davanti a tanti giovani, circa 300, accorsi da ogni parte, seduti ai Suoi piedi, a terra, sui cuscini, in un’atmosfera calda e silenziosa, raccolta e di intima preghiera. Eccolo lì, Gesù, esposto su una mensa atipica, perché poggiata su un palco, e davanti ad una grande vela che sovrastava la mensa e si imponeva nella sua grandezza, facendo da scenografia all’evento.
Una vela vera, la vela di una barca. Una metafora: la barca dell’Amore di Dio, ovvero l’immagine scelta per questo evento; una barca guidata dal vento dello Spirito Santo, che soffia sulle vele, per spingerci verso nuovi orizzonti, per farci prendere il largo e realizzare il Suo grande progetto di Amore. Ecco perché “Chi ama chiama”, dove i due verbi “amare” e “chiamare” hanno la stessa radice ideologica: nel “chiamare” è compreso anche il verbo “amare”, perché chi ama non può non chiamare gli altri a partecipare dello stesso amore. Allo stesso modo chi è chiamato da Gesù a lasciare tutto e a seguirLo è un amato, perché scelto da Gesù a gettare le sue reti e ad osare, a fidarsi di Lui, senza la paura di cadere, perché chi crede in Gesù non può affondare.
Dopo il canto iniziale, la voce di don Fabio ha guidato la preghiera, una preghiera molto intima, silenziosa, un silenzio interrotto solo dai canti, perché il canto è in sé un’estensione della preghiera, un modo per pregare ancora più intensamente. Ma gli occhi, lo sguardo, sicuramente anche il cuore e la mente erano rivolti a Gesù. E chissà che cosa avranno pensato, sperato, pregato tutti quei giovani seduti ad adorarLo, tutti quei giovani che hanno scelto di vivere un sabato sera alternativo, di andare controcorrente, di trascorrere la serata in compagnia di Gesù.
Don Fabio, successivamente, dopo aver letto il brano del Vangelo di Matteo, il passo conosciuto come la “chiamata dei discepoli” (Mt 4,18-22), invita i giovani a fidarsi di Gesù, a non aver paura di lasciare le loro reti, ad abbandonare tutto, proprio come i discepoli, per diventare pescatori di uomini. “Anche noi giovani – dice don Fabio – seduti sulle rive della nostra esistenza, siamo chiamati ad osare, a prendere il largo insieme a Gesù, nel mare della vita, e a non avere paura perché sorretti dal Suo amore. Gesù ci chiama sempre, in alcuni momenti della nostra vita la Sua voce si fa sentire più forte e decisa, e ci chiama in modi disparati. Ma soprattutto Gesù ci chiama a vivere alti ideali e noi non possiamo non rispondere alla Sua chiamata. Ecco perché: chi ama… chiama!”.
Momento successivo e, diremmo, centrale dell’Adorazione è stato il bellissimo passo di danza eseguito da un viandante, che ha messo a disposizione il suo talento per mostrarci come si possa pregare non solo nei modi “canonici”, “classici”, a cui siamo di solito abituati, ma anche in maniera alternativa, usando un linguaggio – la danza appunto – che piace soprattutto ai giovani. Del resto la pubblicizzazione dell’evento “Chi ama chiama” ha voluto puntare proprio su questo: il linguaggio giovanile. I viandanti della Comunità Tabor hanno infatti preso in prestito le parole proprio dai giovani, il loro vocabolario, i loro codici, i loro gesti più comuni per poter comunicare con loro e convincerli ad intraprendere questa avventura: “flash mob”, video, “selfie”, ma soprattutto una caratteristica decisamente giovanile, ovvero la gioia… la gioia dilagante di chi ha incontrato Gesù. La gioia che diventa entusiasmo, l’entusiasmo che diventa contagio, il contagio che diventa amore, ma non l’amore effimero, bensì quello Vero, che solo Gesù può farci sperimentare.
A rendere ancora più bella e indimenticabile l’Adorazione è stata la partecipazione del nostro amato arcivescovo mons. Francesco Alfano, che ha pregato con tutti i giovani e, verso la fine, ci ha fatto dono delle sue parole di incoraggiamento, di amore, di tenerezza, dimostrandoci ancora una volta quanto per lui siano importanti i giovani, che ci ricorda – usando le parole di Gesù – sono il “sale della terra” (Mt 5,13), la speranza della nostra vita.
Alla fine, dopo la benedizione eucaristica, dopo aver salutato Gesù Eucarestia, l’atmosfera è cambiata: luci accese, musica ad alto volume e tutti in piedi per ballare il flash mob che ha fatto da traino all’intero evento.
Il “Chi ama chiama” però non è finito… la barca dell’equipaggio è pronta per salpare verso nuove mete. L’incontro con Gesù questa volta è per la fine di luglio, dal 24 al 30, a Capo Vaticano per vivere l’entusiasmante avventura del ritiro estivo: “Chi ama…salpa!”.

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