Colli di Fontanelle: Luoghi di pace… per ore serene

Santa Rita da Cascia: “Tucta allui se diete”

Questo pellegrinaggio è stato da noi desiderato, sentito e ben vissuto.

Partiti di buon’ora abbiamo raggiunto in prima mattinata Roccaporena, in Umbria, e qui abbiamo iniziata la giornata mettendoci in cammino in “Via Crucis”, passando per l’Orto della rosa. E così, in preghiera, guidati da don Tonino, abbiamo ricordato Santa Rita che alla passione di Cristo si legò con la ferita della spina staccatasi dal crocifisso davanti al quale lei soleva pregare.

Da qui, poi siamo saliti allo “Scoglio” dove Rita si ritirava nei momenti di maggior sconforto.

La scalata è stata dura soprattutto per i più piccoli e per quelli affetti da problemi di deambulazione, ma, come per ogni salita, l’arrivo in cima è stato vissuto da tutti noi come conquista: qui la stanchezza è stata sopraffatta dallo stupore per il magnifico panorama costituito dalle alte montagne stagliate contro l’immenso cielo adombrato di nubi grigie, foriere di piogge.

Il suono della campane del piccolo campanile che sovrasta la chiesetta, costruita sullo scoglio, ci ha dato il benvenuto, rallegrandoci la sosta, ma è stato pure un richiamo alla meditazione, rammentandoci che stavamo su un luogo di preghiera. In verità già l’altezza dello scoglio (827 m. circa) e il silenzio, lì imperante, stimolavano la riflessione tanto che tutti abbiamo pensato alla grandezza di Dio, Creatore di tanta bellezza naturale. Poi il confronto spontaneo con la nostra realtà quotidiana ha fatto il resto: Rita aveva capito che il dialogo con Dio è più forte e più intenso se condotto nel silenzio più assoluto. Che abisso con il nostro chiassoso mondo moderno!

La discesa è stata più veloce e a Roccaporena abbiamo visitato la casa natale di Rita, la chiesa di San Montano dove lei si è sposata e perfino il Lazzaretto dove trovavano ospitalità i forestieri o venivano ricoverati i malati in gravi condizioni, in tempi di pestilenze.

Di certo non è stata facile la vita di questa donna in questo piccolo paese di montagna oppresso da povertà e malattie, dove non mancavano attriti tra famiglie e conflitti di interesse nonché  sopraffazioni e mortificazioni.

Di pomeriggio, siamo andati a Cascia e, dopo esserci sistemati negli alberghi prenotati, siamo saliti al Santuario dedicato alla Santa e qui abbiamo sostato per ore davanti alla sua tomba: ognuno di noi ha pregato intensamente per le intenzioni prefissatesi sapendo bene che la Santa dei casi impossibili non rimane indifferente di fronte a tanta insistenza.

Subito dopo, siamo andati a visitare il Monastero  e qui un frate agostiniano ci ha raccontato in breve la vita di Santa Rita, prima e dopo il ritiro in convento: l’ha presentata come donna di pace e di preghiera, come suora obbediente e scrupolosa, innamorata di Gesù e della sua dolorosa passione.

A riscontro della sua obbedienza è ancora visibile, nel cortile del convento, la secolare vite che da stecco rinsecchito, innaffiato per ordine ricevuto dalla Superiore, riprese vita, tanto che i suoi tralci tuttora fruttificano, di anno in anno.

Nel museo dello stesso convento è conservato anche l’antico “Crocifisso del miracolo” nonché la Cassa Solenne dove venne deposto il corpo incorrotto della Santa.

A sera, dopo cena, abbiamo partecipato alla Messa celebrata da don Tonino che ci ha invitato a riflettere sul nostro essere cristiani in viaggio, con la gioia della fede.

Come il viandante va per le vie in cerca della sua strada che lo porta alla meta ed è certo di trovarla così noi dobbiamo percorrere la strada della fede cogliendo le indicazioni (i segni) che ci condurranno dal Signore. Don Tonino ha ribadito poi che tutti siamo chiamati alla santità ma ognuno arriva alla meta seguendo la propria strada. Quindi i santi sono un esempio di “santità realizzata” ma non sono emulabili per cui a nulla servono gli alibi che usiamo nel dire che noi non siamo capaci di tanta fede come loro.

In definitiva, dobbiamo solo attivarci con più fiducia e con più consapevolezza nel nostro personale progetto di vita per poterci santificare: la possibilità è data a tutti.

di Anna Guarracino