Con il Progetto Policoro si guarda al futuro con speranza

“Combattere la paura con la forza della cooperazione sociale”: di questo si è parlato nel convegno che si è svolto, nei giorni scorsi, presso la sala conferenze del Seminario di Vico Equense, promosso dai circoli Acli di Gragnano “A braccia aperte, e “Don Lorenzo Milani” di Castellammare di Stabia, in occasione del ventennale del Progetto Policoro, nato nel ’95 per volontà della Conferenza episcopale italiana per sostenere ed agevolare l’inserimento giovanile nel mondo del lavoro. Partner attivi nelle iniziative del Progetto Policoro sono stati negli anni la Pastorale Giovanile, la Pastorale sociale e del lavoro e la Caritas.
 
Al convegno, che si è svolto alla presenza del nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano, ha partecipato Paola Vacchina, presidente del Patronato Acli e dell’Enaip, che ha messo in evidenza che “le Acli hanno sostenuto il Progetto Policoro perché è un’esperienza che privilegia il protagonismo dal basso”. Dopo aver ricordato l’esperienza del Progetto Policoro in Valle d’Aosta, Vacchina ha sottolineato come “il Progetto Policoro abbia innescato il meccanismo fondamentale della solidarietà, imboccando strade vere di risposta alla crisi e alle paura di futuro”. Per la presidente del Patronato Acli, di fronte a questa paura “la soluzione possibile è nella risposta comunitaria”. “Bisogna creare il lavoro per migliorare il territorio e favorire la promozione sociale per riconoscere bisogni e risorse comuni da mettere a frutto. Insieme si possono costruire progetti concreti”, ha aggiunto Vacchina.
 
Marco Giordano, presidente del Progetto Famiglia onlus, ha parlato di “solitudine interfamiliare e intrafamiliare”, che ha come conseguenza di “rendere difficile la cooperazione”. Secondo Giordano ci sono tre indicatori di questa situazione difficile: “Il calo della fecondità con famiglie più piccole, una maggiore instabilità familiare, un invecchiamento nella popolazione”. Non a caso, Giordano ha citato Papa Francesco, secondo il quale “la malattia più diffusa oggi è la solitudine”. Una risposta a queste difficoltà è “la famiglia come portatrice di solidarietà”. Giordano, a questo proposito, ha ricordato il messaggio dei vescovi italiani per la Giornata nazionale della vita 2015, “Solidali per la vita”. Serve “un apostolato relazionale”, cioè “creare relazioni”. “La famiglia solidale – ha affermato il presidente del Progetto Famiglia onlus – è quella che risponde in maniera comunitaria ai bisogni”. Sono state raccontate due esperienze del Circolo Rione Alto delle Acli Napoli, con un grande protagonismo delle famiglie, che lavorano per il quartiere.
 
È seguita la testimonianza dei nostri ragazzi che hanno dato vita al Mulino di Gragnano. “Questa impresa è nata grazie alla Provvidenza, che è il frutto delle relazioni nuove nate in Gesù Cristo; infatti, questi sei ragazzi sono stati capaci di fare un investimento di 300.000 euro grazie all’impegno di tante famiglie che hanno prestato loro i soldi, senza alcun interesse, anche per sei o sette anni. L’intera comunità diocesana si è fatta accanto a loro, li ha incoraggiati ed accompagnati in questo percorso. Hanno sperimentato la bellezza della reciprocità, che è un dare senza perdere ed un ricevere senza togliere”, ha spiegato don Alessandro Colasanto, responsabile del Servizio per il lavoro, problemi sociali e pastorale del mare. Il giovane sacerdote ha poi parlato del Progetto Policoro. “I beni comuni, che sono anche relazionali, sono andati in crisi perché governati dall’economia. Oggi c’è mancanza di fiducia, che, invece, è fondamentale per dar vita alla comunità. Il Mulino di Gragnano è un miracolo legato alla fiducia. Infatti, il Progetto Policoro sviluppa i beni relazionali”. E da qui nascono “opportunità di lavoro”. Infatti, dal bene nasce il bene, proprio come dimostra la storia del pastificio dei nostri sei ragazzi. Per promuovere i propri prodotti, il Mulino di Gragnano, in collaborazione con il Servizio per il lavoro e problemi sociali e il Progetto Policoro della nostra arcidiocesi, ha indetto un concorso riservato alle diocesi italiane per la copertura di 100 posti del ruolo di agente di commercio presso il pastificio il Mulino di Gragnano. Il termine per partecipare al concorso è il 20 giugno. Il bando di concorso mira a “formare – spiega don Colasanto nella lettera di accompagnamento al bando di concorso – gli agenti di commercio del pastificio che potranno vendere la pasta sul proprio territorio e anche all’estero, più saranno capaci di vendere, più potranno guadagnare. In questa maniera l’impresa offrirà la possibilità di un lavoro ad alcuni giovani, e questi giovani aiuteranno il pastificio a crescere nella propria capacità produttiva: questa è la reciprocità, questa è la logica del dono, questa è la traduzione ‘economica’ dell’amore cristiano che non condanna il profitto, ma vuole che costruisca processi di crescita. Questa è l’economia che non uccide ma che dona vita.
 
Claudio Esposito di Confersolidarietà, dopo aver ricordato l’incontro del Papa con le cooperative, avvenuto qualche settimana fa, ha parlato di mutualità e cooperazione: “Cooperare significa mettersi insieme per costruire un soggetto nuovo”. Antonio Russo delle Acli di Napoli ha ringraziato prima di cedere la parola al nostro arcivescovo che ha concluso con un saluto finale, nel quale ha evidenziato che “l’incontro è stato un’opportunità per imparare sempre qualcosa di nuovo”.

 

di Gigliola ALFARO