Continuano i martedì di Quaresima … continua il nostro cammino verso la Pasqua
ma soprattutto continua il nostro itinerario sulle orme delle opere di misericordia.
I nostri piedi si fermano in questo martedì sera davanti alla Chiesa San Marco Evangelista a Castellammare di Stabia. Ad attenderci ci sono tanti giovani della parrocchia e insieme a loro rifletteremo su unopera di misericordia un po speciale: visitare i carcerati.
Questopera di misericordia, proprio perché difficile da realizzare vista la difficoltà di varcare le porte di un carcere, poteva sembrare lontana dallesperienza di vita personale e comunitaria di tati di noi; le domande, però, che ci sono state fatte nella prima riflessione, hanno fin da subito aperto un solco nellarido cuore di molti di noi destando sentimenti e pensieri comuni e suscitando nel contempo un attenta riflessione: ci e stato chiesto: perché dovremmo visitare delle persone che stanno pagando giustamente una pena che si sono meritati? Se una persona ha provocato tanta sofferenza ad altri, perché mai noi dovremmo addirittura visitarla? Chi sbaglia paga, anzi deve pagare; ma siamo proprio sicuri che la lucida follia che caratterizza un omicidio o qualsiasi altra reazione non possa neppure sfiorarci? È facile quando non si è toccati nella propria carne far nascere giudizi molto duri nei confronti di chi sbaglia. Eppure al sol pensiero che qualcuno potrebbe far del male alle persone a noi care, si affaccia allorizzonte del nostro cuore un uragano di emozioni e sentimenti così forti che nessuna ragione può controllare, e forse ci rendiamo conto che non siamo così lontani da chi nella vita non solo ha pensato, ma ha anche attuato il male. Si ci rende conto in questo modo, che quei giudizi non fanno altro che ingabbiare le persone in schemi ben confezionati e pre-confezionati.
E stata la lettera di un carcerato, un uomo del rione che ci ha permesso di uscire fuori dallimpasse dei nostri pre-giudizi, di aprire le sbarre del nostro cuore per far spazio a chi un cuore laveva rinchiuso. Nella semplicità della sua esperienza, questuomo, racconta come la mancanza di amore spinge a gesti folli
. è il non sentirsi guardati, curati, considerati che spinge luomo al male. Il nostro caro amico, che proprio nel buio della sua vita ha incontrato la luce, la Vera Luce, invita infatti i giovani e noi tutti a guardare a Colui che solo ha misericordia di noi e ci ama, così come siamo, senza giudicarci!
Questo amore così liberante, ognuno di noi lha potuto gustare in questa serata grazie alladorazione eucaristica che ci ha messi a tu per Tu con il nostro Dio e poi attraverso il sacramento della riconciliazione, il sacramento della misericordia, il sacramento dellamore, in cui il Padre, senza stancarsi, ascolta ed accoglie su di lui le nostre fragilità, le nostre divisioni e rotture e ci invita a accogliere, visitare chi si trova nel buoi di una vita senza luce. Tanti giovani, in questo martedì, hanno accolto linvito a venire, e molto giovani hanno potuto sperimentare concretamente lamore di Dio nella loro vita.
Usciamo dal San Marco con la consapevolezza che non siamo soli nel cammino di conoscenza dellamore di Dio. Ritemprati e rafforzati da questamore, che tutto copre, tutto spera, tutto sopporta continuiamo il nostro itinerario per giungere più consapevoli e pronti alla nostra Pasqua.