Da Moiano a Santiago. Turisti o pellegrini?

Viaggiare, oggi, è diventato un fatto normalissimo. Tra destinazioni dove “conviene andarci ora perché là c’è la crisi…”, voli low-cost, offerte last-minute e pacchetti all-inclusive, è sempre più comune e diffusa la possibilità di compiere un viaggio. Anzi, viaggiare sta diventando tanto comune che chi non lo fa rischia di essere considerato una persona all’antica, ignorante, chiusa al mondo. Insomma, passi pure per i viaggi intercontinentali, ma chi non ha visitato almeno un paio di capitali europee è un po’ sfigato… Indubbiamente, viaggiare apre nuovi orizzonti (non solo geografici), suscita nuovi stimoli, permette di riposarsi, avvicina tra loro le diverse culture. Tuttavia, non tutti i viaggi e non tutti i viaggiatori sono uguali!
Probabilmente, è questa una delle scoperte più importanti che ha fatto il gruppo di ventotto giovani di Moiano durante l’esperienza del cammino di Santiago. Nonostante i lunghi preparativi, la partenza del 1° agosto dalla parrocchia di San Renato è stata caratterizzata dall’entusiasmo tipico dei turisti: saluti, programmi per il viaggio, previsioni meteorologiche, emozioni altalenanti. Però, fin dai primissimi passi, la strada verso Santiago de Compostela, sulle orme dell’apostolo Giacomo, ha mostrato chiaramente che non sarebbe stata una passeggiata per turisti… Un turista cerca comodità, relax, riposo, cose che, senza contare la fatica, il caldo e qualche vescica, difficilmente si possono trovare quando si decide di camminare a piedi per circa 150 km, adattandosi all’ospitalità di un ostello da condividere anche con compagni di viaggio improvvisati! Tuttavia, è proprio grazie a tutto questo che, in una maniera quasi naturale, si è reso possibile il cambiamento che, in soli sei giorni, ha permesso ai ventotto di abbandonare i panni del turista per indossare quelli del pellegrino: un bastone, un mantello, una bisaccia ed una conchiglia. I ventotto giovani di Moiano, così come gli uomini di circa mille anni fa, hanno sperimentato che si può vivere di essenzialità e di Provvidenza solo se ci si mette in cammino, alla ricerca di una meta, che non è solo un luogo segnato sulla cartina geografica, ma è soprattutto l’incontro con Gesù, il solo capace di dare senso e significato ad ogni altro incontro, con se stessi e con gli altri.
Santiago insegna che tutta la vita, per ogni uomo, deve diventare un pellegrinaggio! Ciascuno è chiamato ad essere in cammino sempre, alla ricerca del senso vero della propria esistenza e delle proprie relazioni, senza mai accontentarsi di essere un turista per caso.
Buen camino!