Dal diario di don Franco: Amman, 26 aprile 2019

Pellegrinaggio diocesano in Terra Santa

Amman, 26 aprile 2019 Ore 21.30

Giornata intensa e lunga quella che sta per concludersi. La Messa sul Monte Nebo: un’esperienza nuova anche per me, in una chiesa appena edificata dai frati francescani sulle rovine di un’antica basilica. L’emozione è stata assai grande, dinanzi allo spettacolo che si presenta allo sguardo degli occhi e in modo speciale a quello del cuore: la Terra Promessa, a lungo desiderata e finalmente contemplata da Mosè e dal popolo a conclusione del lungo viaggio nel deserto. Quanti pensieri hanno affollato il cuore, nella consapevolezza di far parte di un popolo che ancora è in cammino verso la pace, l’unità, la fratellanza. Il vento forte che ci avvolgeva da ogni lato e sembrava parlarci con la sua potenza misteriosa mi ha spinto a invocare lo Spirito con fiducia: venga la forza di Dio, il suo dono così necessario per l’umanità del nostro tempo e ci renda docili alla sua voce, perché possiamo tutti vivere sotto lo sguardo dell’unico Dio!

Il viaggio è poi continuato con la visita ai resti della fortezza del Macheronte, dove Erode tenne prigioniero Giovanni Battista. In pieno deserto, i resti del palazzo sono in cima a una collina sotto forma di cono che si raggiunge solo a piedi. Ho ripensato alla vicenda del precursore, alla sua vita di penitenza qui nel deserto, al suo coraggio dinanzi alla tracotanza del potere. Quanti anche oggi vivono situazioni di sofferenza a causa dell’ingiustizia e della prepotenza di chi non vuole essere contraddetto, quanti restano fedeli ai loro principi e non cedono alla violenza o alla sottile tentazione del compromesso! Ho ringraziato il Signore per la testimonianza dei martiri, numerosissimi oggi più che mai: sono il segno evidente che possiamo continuare a sperare e che il male non prevarrà sulla forza del bene, custodita nel cuore di tanti uomini e donne di buona volontà presenti in ogni cultura, razza e religione.

La visita pomeridiana ai resti dell’antica città di Gerasa ci ha lasciati tutti a bocca aperta, per la maestosità delle opere realizzate dai romani e per la vitalità dell’ambiente nel quale Gesù è vissuto. Qui egli ha fatto risuonare il Vangelo dell’amore e del perdono, dando maggiore rilievo a quelli che la società del tempo non considerava affatto: i poveri, gli schiavi, i peccatori. È la missione che anche oggi la Chiesa deve vivere in un contesto per nulla facile, così come è stato fin dall’inizio della sua storia. Perciò non ci si deve scoraggiare, ma sull’esempio di tanti che ci hanno preceduto anche noi possiamo diffondere la buona notizia con la testimonianza della nostra vita e con l’inserimento nella cultura del nostro tempo. Impegno urgente e decisivo, affinché tutti siano raggiunti dal Vangelo della pace!

Un’ultima annotazione. Mi sono soffermato molto a guardare le tantissime persone che visitavano i resti dell’antica città: essendo giorno di festa per i musulmani (il primo venerdì con il bel tempo, in attesa del ramadam che sta per cominciare) il sito è stato letteralmente invaso da gruppi di famiglie, con numerosi bambini e giovani. Tanti volti, tante storie: ognuno amato da Dio e bisognoso di sostegno nel suo itinerario umano di costruzione del proprio futuro. Un mondo che può aprirsi alla giustizia e alla pace, nella misura in cui nessuno considera l’altro nemico o estraneo, ma tutti figli di un unico Dio che ci ama e ci guida con misericordia. Vado a risposare un po’ stanco, ma con tanta fiducia nel cuore. E mi ricordo che la nostra guida mi ha chiesto di pregare per una bimba che ha accolto in casa, insieme ai suoi tre figli, orfana e malata di mente. Un gesto che mi ha riempito di tenerezza e di gioia: ecco come possiamo sentirci già uniti, cristiani e musulmani, se seguiamo la via dell’accoglienza e dell’amore che va oltre ogni confine. È il Regno di Dio che cresce, nonostante ogni apparenza contraria. Vale la pena continuare a seminare, in attesa di un abbondante raccolto: Gesù ci ha garantito che il seme che cade nella terra buona produrrà frutto, fino a cento volte tanto!