Dal diario di don Franco: Cracovia, 28 luglio 2016

Cracovia, 28 luglio 2016   Ore 23.05
 
Questa mattina sono iniziate le catechesi nei gruppi, dopo la giornata giubilare di ieri. Ospitati nelle parrocchie della città e dei dintorni, i giovani si sono dati appuntamento per gruppi linguistici e così hanno potuto approfondire i temi legati alla Giornata. Io sono stato incaricato di presiedere la celebrazione eucaristica e inviato assieme a un altro vescovo con il compito della catechesi, in una parrocchia a circa otto chilometri dal centro: vi erano gruppi di varie diocesi italiane, da Salerno a Pavia, da Crotone a Reggio Calabria e altre ancora. È stata una mattinata ricca di stimoli e molto partecipata. Il cambiamento del metodo ha portato i suoi frutti: piuttosto che una catechesi frontale, con il rischio di rimanere distanti dalla loro realtà quotidiana, si è scelto di partire dalle domande dei ragazzi, introdotte da due piccoli video che offrivano spunti per il dibattito. Devo riconoscere che i giovani non si sono fatti attendere. Anzi avrebbero continuato a porre questioni se non ci fosse stato il limite del tempo, visti gli orari della giornata piuttosto stretti a causa dell’incontro pomeridiano con il Papa. Sono rimasto edificato dall’attenzione che hanno mostrato, dalla capacità di lasciarsi coinvolgere, dalla sincerità delle domande poste e delle difficoltà condivise. Siamo dinanzi a una nuova generazione, desiderosa di bere alla sorgente che però tante volte non trova o non le viene mostrata…
 
Bagno di folla poi per Papa Francesco nel pomeriggio. Lo abbiamo atteso nel grande parco dove già ci eravamo radunati il primo giorno. Non ci ha fermati né la pioggia, sottile e insistente per alcune ore, e neppure le lunghe file per entrare dopo essere stati sottoposti ai severi controlli della polizia locale. Uno spettacolo indescrivibile quello che è apparso ai nostri occhi: diverse centinaia di migliaia di giovani (forse già un milione!) lo hanno accolto, applaudito e soprattutto ascoltato con interesse, stabilendo un profondo contatto che lui stesso sa cercare sempre con grande abilità di maestro ed educatore. Le bandiere di tantissimi paesi del mondo sono sfilate davanti a lui, insieme a testimoni privilegiati e amati per la loro santità di adulti e giovani che hanno seguito il Vangelo con tutto se stessi. Fortissimo il suo accorato appello a non sciupare la vita, ma a viverla in pienezza. La tenerezza dei gesti e la fedeltà nelle scelte saranno il nome nuovo del futuro di questa società, tanto smarrita e malata di solitudine. Nessun cedimento perciò allo scoraggiamento e alla sfiducia. Il dono che Dio continua a fare ai suoi figli è il Signore Gesù, dono che il Vangelo ci ha mostrato come “la parte migliore” che nessuno ci potrà mai togliere!