Dal diario di don Franco #giovani@lourdes: 24 luglio

Lourdes, 24 luglio 2018   Ore 22.30

Siamo a metà del nostro pellegrinaggio. In genere la terza giornata segna la tappa centrale o intermedia, di sicuro quella in cui si comincia a raccogliere qualche frutto. Noi l’abbiamo vissuta con la stessa intensità di quelle precedenti, ma dedicando più tempo alla riflessione personale e al dialogo. La preghiera delle Lodi ha scandito anche oggi l’inizio dell’itinerario quotidiano, mentre il nostro piccolo gruppo si ricomponeva di fronte alla Grotta al di là del fiume Gave. E subito abbiamo avvertito che il clima dei giorni scorsi non era stato affatto superficiale: che bello poter pregare facendosi aiutare dai giovani!

Ci siamo poi recati alla Cité S. Pierre, su una collina a ridosso della città di Lourdes, dove siamo stati bene accolti per visitare i luoghi Messi a disposizione dei pellegrini più poveri, ai quali – secondo un desiderio già espresso dalla stessa Bernadette – viene offerta la possibilità di fermarsi qualche giorno in modo del tutto gratuito. Tanti volontari offrono il loro servizio alternandosi durante tutto l’anno e mettendosi a disposizione di coloro che vengono ospitati e dei numerosi visitatori. Spazi ampi e diverse strutture, immerse in una collina piena di verde: c’è persino una cosiddetta cattedrale nel verde, tutta all’aperto, che può accogliere fino a tremila persone! Ma il luogo sicuramente più significativo è una piccola cappella, che riproduce esattamente l’ovile dove Bernadette ha trascorso parte della sua infanzia per motivi di salute e dove ha imparato il valore della semplicità e del silenzio, che permette di ascoltare la voce di Dio. Saremmo rimasti a lungo anche noi in quella spazio dove ognuno può ritrovare se stesso. Ed ė quello che in realtà abbiamo vissuto nel primo pomeriggio, durante una liturgia penitenziale comunitaria che ci ha permesso di presentarci singolarmente al Signore e chiedergli perdono con la confessione dei nostri peccati. Aprire il cuore a Dio per raccontargli la nostra vita è un bisogno che tutti avvertiamo, almeno in alcuni momenti importanti. Ma quando sono i giovani a mettersi nudo e a far venir fuori quanto portano gelosamente nascosto nel cuore, si rimane sempre sorpresi e incoraggiati: lo Spirito di Dio non trascura nessuna persona, neanche quelli che sembrerebbero i più distratti o scanzonati.

Con il gruppetto dei quattro preti che sono con me in questi giorni ci siamo poi ritagliati un momento forte di preghiera con la Via Crucis sulla collina dove non abbiamo potuto portare il gruppo per le evidenti difficoltà della salita. Il silenzio tra una meditazione e l’altra, tutte molto efficaci, ha favorito la contemplazione e la condivisine, che abbiamo sperimentato a conclusione della preghiera con un momento di intensissima comunione fraterna e sacerdotale. A fine giornata poi abbiamo partecipato tutti insieme alla fiaccolata con la preghiera del rosario: vedendo tanta gente per la processione accanto agli ammalati ci siamo sentiti ancora una volta confermati nella volontà di uscire da ogni chiusura e paura, per aiutare le nostre comunità ad essere vere scuole di accoglienza e di comunione. Mi tornano in mente, mentre il corpo mi fa sentire tutta la stanchezza della giornata (segno evidente che non sono più un giovane come loro!), i volti dei nostri giovani che in più occasioni oggi ho potuto fissare con attenzione amorevole. Sono veramente splendidi, anche con le loro piccole fragilità. E ora sono anche entusiasti. Sta a noi adulti accompagnarli in questo cammino e fare di tutto per non deluderli!