Dal Diario di don Franco: Lourdes, 8 ottobre 2018

Di nuovo a Lourdes, per la seconda volta in meno di tre mesi. Allora con i giovani, per l’intensa esperienza di giovani disabili accompagnati da giovani volontari. Ora con i pellegrini e gli ammalati che, sostenuti da numerosi volontari, condividono una tappa importante del nostro cammino di Chiesa diocesana. Non è infatti mai scontata o approssimativa la gioia di questi giorni di grazia, attesi a lungo da molti e vissuta in un clima assai familiare da tutti. Ci vuole veramente poco, anche per chi vi partecipa la prima volta, a entrare nella giusta dimensione del pellegrinaggio. Si può dire che fin da subito tutti ci sentiamo “a casa”.

La cura dell’accoglienza da parte dei responsabili, l’attenzione alle esigenze dei singoli, l’organizzazione tecnica non lasciata al caso in nessun dettaglio, la valorizzazione dei più piccoli per età o esperienza, la premura nei confronti dei malati e degli anziani, il contagioso entusiasmo dei volontari… Potrei continuare a lungo nella lista degli elementi positivi che contribuiscono a far respirare immediatamente l’aria di famiglia. C’è veramente nel cuore di ognuno il desiderio di non trascurare nessuno e di evitare il pericolo di sciupare questo tempo eccezionale che ci viene donato. Emerge il volto bello della Chiesa: umile e fiduciosa, aperta e senza pregiudizi, desiderosa di vivere la prossimità perché nessuno si senta mai escluso.

È stato commovente ritrovarci questo pomeriggio tutti insieme, dopo la sistemazione negli alberghi, per l’inizio ufficiale del pellegrinaggio. Il saluto fraterno e l’invocazione di lode ci hanno fatto avvertire la presenza del Signore che ci ha chiamati perché possiamo ascoltare la Parola che risuonerà in mezzo a noi come dono del suo amore. I sacerdoti presenti, non numerosi ma ben disposti a seguire i pellegrini in questo breve ma forte itinerario di fede, ricordano con la loro disponibilità a svolgere il ministero di pastori che siamo tutti discepoli di Cristo. Da Maria riceviamo lo stesso suggerimento che diede ai servi durante le nozze di Cana: “qualsiasi cosa vi dica, fatela”! È l’esperienza che ci prepariamo a vivere in questi giorni di unità e di comunione fraterna, con il cuore aperto alle sorprese dello Spirito che certamente non mancheranno per nessuno. Il grande cero che abbiamo offerto e che abbiamo acceso di fronte alle Grotta di Massabielle è un piccolo segno di speranza: Cristo, luce del mondo, risplenda nella nostra vita e ci renda così luminosi da poter camminare insieme verso il Padre anche nei sentieri più bui che tante volte percorriamo.

Lourdes2018: Accoglienza