Dal diario di don Franco: Nazareth, 23 aprile 2019

Pellegrinaggio diocesano in Terra Santa

Nazareth, 23 aprile 2019 Ore 18.15

Secondo giorno in Galilea dopo il necessario riposo notturno, iniziato ben presto ieri sera quando tutti siamo crollati per la stanchezza. Oggi si è avvertita maggiormente la partecipazione di ognuno dei pellegrini, entrati un poco in più nel clima giusto per vivere l’esperienza spirituale qui in Terra Santa. Siamo stati in compagnia di Simon Pietro, il pescatore…

Al mattino presto, prima che i numerosi gruppi affollassero il sito, siamo andati a Tiberiade, città termale fin dall’antichità, per una piccola traversata del lago su una barca molto simile a quella che Gesù usava e che un giorno qui chiese proprio a Simone di utilizzare per poter parlare alle folle, prima di invitarlo a prendere il largo: ho ripensato alla sua reazione, quando siamo rimasti in silenzio per un po’ di tempo sulla grande barca (ne hanno trovata una simile del primo secolo!). Rripetendo al Signore di allontanarsi da me peccatore, mi sono sentito chiamare ancora ad andare dietro a Lui, per essere grazie a Lui e insieme ad altri compagni di viaggio “pescatore di uomini”!

Abbiamo poi celebrato l’Eucaristia a Cafarnao, nella chiesa che i francescani hanno eretto proprio sui resti della casa di Pietro: non è stata la prima volta per me, ma quanta trepidazione ho avvertito nel mio animo. La vicinanza di Cristo che entra nella nostra vita come entrò quel sabato nella casa di Simone, la sua delicatezza nel toccare la mano di chi soffre come quella volta la sua suocera, la forza della sua Parola che unisce i cuori e rende saldi i rapporti tra i fratelli: è il dono della Chiesa, nella quale incontriamo il Signore e impariamo a vivere le nostre relazioni con autenticità per crescere nella vera fraternità!

Memoriale di San Pietro Cafarnao Galilea

Infine, nel primo pomeriggio, il monte Tabor: sia per il gruppetto che ha accettato la proposta di salire a piedi che per tutti gli altri trovarsi su quel monte ha significato sentirsi ancora più vicini a Gesù, anche nel momento della prova o della difficoltà che spesso avvertiamo nel seguirlo. Fu così per Pietro che con Giacomo e Giovanni si recò sul monte dietro al Maestro. Non capiva il perché della sua decisione di andare a Gerusalemme: la via della croce gli sembrava assurda, proprio ora che il successo era garantito dal gran numero di persone che seguiva il Rabbi di Galilea da tutti i paesi. Partecipare a un momento così profondo di preghiera fu un’esperienza unica e indimenticabile per Pietro. La preghiera prolungata e intensa, fino alla trasformazione: ecco il segreto di tanta forza, dovuta non al coraggio dell’eroe ma all’amore del Figlio sempre in comunione con il Padre e perciò pronto a donare la vita per tutti. Scendere dal monte non fu semplice per i discepoli, tentati di fare lì tre capanne per Gesù, Mosè ed Elia, come lo stesso Pietro aveva proposto. Scesero perciò in silenzio, come abbiamo fatto anche noi, ripensando a ciò che ci aspetta a valle non tanto in questi giorni ma nella vita quotidiana. Non c’è tuttavia altro modo di seguire il Signore che stringersi a Lui, pietra viva: sono le parole della prima lettera di Pietro che abbiamo ascoltato nella lettura breve dei Vespri e che ci hanno aiutato a fare sintesi di quanto oggi ci è stato donato. Possiamo anche noi costruire un edificio spirituale, essendo diventati pietre vive nel Risorto: è la missione della Chiesa, chiamata con il coinvolgimento di tutti i suoi membri ad anticipare la gioia indicibile e gloriosa che ci aspetta.

La stanchezza si fa di nuovo sentire a fine giornata, ma più grande è la felicità del cuore. L’incontro con Gesù di Nazareth riempie la vita e la cambia, aprendola a prospettive prima impensabili. Che bel dono ci ha fatto Pietro oggi con la sua testimonianza! Egli parla ancora a ognuno di noi e ci invita a non aver paura di fidarci del Maestro, al quale proprio nella sinagoga di Cafarnao ha detto con tutta la passione di discepolo generoso: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”!