Parrocchia dei Santi Ciro e Giovanni

Domenica 16 Dicembre, il “Fuoco dell’Attesa” per dare inizio alla Novena del Natale

Nel periodo di Avvento verso il Natale del Signore, domenica 16 dicembre dalle ore 19.30 presso il Piazzale Santi Martiri Ciro e Giovanni antistante la chiesa parrocchiale, si terrà il consueto Falò come ogni anno organizzato dalla Parrocchia per il ricordo di uno scampato terremoto.

“Terza Edizione del Fuoco dell’Attesa – ci spiega il vice parroco don Gianluigi Persico – che riprendiamo da un’antica tradizione, dopo un tempo che non si è fatto più, dà l’inizio alla Novena di Natale; non solo ci ricorda questo evento passato del terremoto ma ci invita ad attendere, ad attendere la venuta del Signore. Il 16 Dicembre con il Fuoco diamo inizio alla Novena dell’Attesa: allora ci diamo appuntamento alle ore 19.30 in Piazza per dare fuoco al falò e passare una serata attorno al fuoco, scandita dalla musica, dagli artisti di strada, da cose buone da mangiare dolci e salate”.

Per scandire questa terza edizione, si è deciso di riproporre anche quest’anno, ma nella stessa giornata, la “Tombolata della Solidarietà” organizzata dalla Caritas Parrocchiale. Al costo simbolico di € 10,00, diversi giri di tombola a premi verranno scanditi da un primo piatto o un panino, una bibita ed un dolce. I biglietti li trovate nella sacrestia della Chiesa parrocchiale dei Santi Ciro e Giovanni, dai sacerdoti e dagli educatori.

Il Falò non è un evento conclusivo, ma dà inizio alla Novena di Natale, la Novena dell’Attesa, con un programma messo a punto dalla parrocchia, quest’anno con la messa della Vigilia di Natale alle ore 23.30 nella chiesa parrocchiale.

“Il Falò dà inizio alla Novena – continua il vicario don Gianluigi – allora ogni sera, da lunedì 17, ci diamo appuntamento alle ore 19 nella chiesa parrocchiale per un momento di preghiera insieme ai vari gruppi parrocchiali, non una celebrazione eucaristica, ma un momento di riflessione. Mezz’ora per scandire tutta la Novena fino alla Vigilia di Natale, in attesa della nascita di Gesù. L’invito naturalmente è per tutti, ogni sera poi sarà invitata una categoria particolare, dai ragazzi del Catechismo ai Giovanissimi, passando dall’ACR e gli Educatori, per potersi preparare al meglio a vivere il Natale, che riaccenda i cuori e che porti pace, gioia e serenità. Allora questo fuoco, è un fuoco che ci faccia star bene, perché ci fa incontrare come comunità ma allo stesso tempo ci dà le gioie e l’entusiasmo per ripartire e rilanciarci, per metterci in cammino incontro al Signore!”.

Accendere i falò è una tradizione che si perde nella notte dei tempi. Fa parte di una tradizione popolare, o come direbbe Papa Paolo VI, è una “pietà popolare”, nella quale credenze e sentimenti reali si intrecciano e danno vita ad un tradizionale falò per riscaldare la Madonna nel passaggio per la traslazione della Santa Casa. Tornando molto indietro nel tempo, e andando a riscoprire il significato del fuoco, troviamo che quest’ultimo era l’unico mezzo che l’uomo aveva per allontanare gli animali, quindi allontanare la paura, il male e ritroviamo molto spesso la figura del demonio nel fuoco, il fuoco degli inferi. Ma il fuoco è anche il simbolo di calore: riscalda le lunghe notti fredde dell’inverno ed è anche simbolo di luce: come un punto di riferimento, nel buio, il fuoco di una candela aiuta a ritrovare la strada. Vedere da lontano un comignolo con del fumo ci fa venire in mente che lì c’è una casa, una famiglia, che in quel luogo vive qualcuno. Ecco forse è questo il significato vero da attribuire a questa tradizione: il simbolo di un camino acceso e tutti intorno a riscaldarsi alla stessa fonte di calore, alla stessa fonte di luce, che illumina le nostre menti e riscalda i nostri cuori. Questa fonte è Lei, Maria, la nostra unica mamma celeste, unica fonte di vero amore, che può unire tutti sotto il Suo immacolato manto. È molto suggestivo stare tutti insieme attorno a questo grande falò e… magari con piatti tradizionali locali è senz’altro meglio!

di Enrico di Palma