I martedì di Quaresima 2016 S. Antonio Abate

La Prima tappa dei nostri Martedì di Quaresima, ci porta nella Parrocchia di S. Antonio Abate, accolti calorosamente dal parroco Don Salvatore Branca. Ecco che ci dirigiamo verso la gioia della Pasqua attraverso la scoperta di un amore grande, bello e meraviglioso, di quel tesoro grande che è la MISERICORDIA!
Un martedì dove l’incontro tra Vangelo, musica e testimonianze, ci ha mostrato il grande male che attraversa la nostra vita: l’ignoranza, quella che chiude i nostri occhi, che lega, imprigiona e ci tiene ancorati alle nostre paure.
Attraverso le storie di Pasquale, Marika e Domenico abbiamo capito quanto l’ignoranza, si insinua nei nostri giorni, nelle nostre relazioni e nelle nostre scelte privandoci di vivere una vita vera!
 
“Va, nun guardà a me
nun fa comm’ ‘a me
sient’ ‘a coscienza
‘e chi ha perduto ‘a sempe
e s’è bruciato ‘a vita
pe’ sunnà ‘e fa ‘o rre”
 
Ed è proprio sulle note de A stora e nisciun (Nino D’angelo) , che siamo stati chiamati a riflettere su una verità di un malessere, che colpisce la nostra terra e crea caos; siamo noi gli ignoranti di turno. Ed è proprio questo male che chiude le porte alla speranza, una speranza che deve essere recuperate ma per fare questo c’è bisogno di cucarsi, di armarsi e combatterla.
Il tema continua con l’ascolto di una canzone “Vesuvio”(Zezi) , una parte del testo dice :
 
“sul’ o ricordo ‘e te ce fa paura
chi campa ‘nsiene ‘a te, te para’ nient’
si jesce pazz è pazz overamente
l’unica verità pe’ tutt’ quante
sarria chell’ ‘e fui’”
 
“La vera ignoranza” sottolinea don Salvatore “è non credere in se stessi e desiderare di scappare. Ma è il coraggio che permette di cambiare le cose, che permette alla nostra vita di esplodere come un vulcano, così che il nostro cambiamento possa divenire il cambiamento del mondo.”
Il Vangelo ci fa incontrare Nicodemo che vuole capire Gesù e forse vuole capire anche se stesso “Come può un uomo nascere quando è già vecchio?” Non nasciamo una sola volta, ma viviamo una rinascita continua, scavando in noi stessi, scoprendo universi che non conosciamo. “Lo Spirito soffia dove vuole, ne puoi udire la voce, ma non sai né da dove viene né dove va”. Lo Spirito non è imprigionabile e agisce nella sua libertà e va e viene dove vuole. Noi siamo come quel vento e non possiamo essere vittime delle nostre prigioni tra le nostre paure, ma siamo meglio di quello che crediamo . Il tutto si conclude con un pezzo di Branduardi, Il dono del Cervo, interpretato, così come tutti gli altri brani da Pierpaolo, Luigi e Pietro, che con grande passione ed emozione ci hanno consegnato questo messaggio “ Ogni Parte di te, dei tuoi errori, delle tue fragilità, delle tue sofferenze possono essere un dono prezioso per qualcun altro”.
Ci siamo così riscoperti tutti un pò ignoranti, ma con tanto da dare e da scoprire, una preziosità unica che può farsi dono!
 

 

di Antonella D’AMORA