I Ricordi dei Pellegrini

Raccogliamo e pubblichiamo i ricordi, i pensieri e le emozioni, raccontate dai nostri Pellegrini in questo pellegrinaggio ad Avila – Santiago de Compostela – Madrid:

Ciao, sono Piero, voglio anch’io unirmi a chi già ha inoltrato le sue riflessioni su questo pellegrinaggio.
Avila, Alba de Tormes, Salamanca, Santiago de Compostela, Finisterre: un crescendo di forti emozioni in un perfetto connubio di preghiera, amicizia e divertimento.
Madrid: uno scontro con il calore, con le bellezze innegabili della capitale spagnola, ma soprattutto con la cruda mondanità che ti fa riflettere sul bisogno di pregare contro la scristianizzazione in aumento in particolare nelle città più “evolute”.
L’arcivescovo don Franco Alfano, una garanzia di spiritualità che sempre ci accompagna in ogni pellegrinaggio e che ci induce a riflettere su noi stessi, sul nostro modo di condurre la vita: “cosa faccio io giorno per giorno, per meritarmi il regno di Dio?”.
Imma Cosenza, la perfetta messa in pratica della teoria del programma del pellegrinaggio.
L’O.D.P. come sempre, serietà e rispetto delle promesse.
Nella speranza di un presto ritrovarci, un saluto ed un abbraccio a tutti.
Ciao Piero.

La grandezza e la bellezza di Dio attraverso i suoi Santi, natura e arte ci hanno toccato mente e cuore.

Nella nostra nullità gli chiediamo di condurci per mano lungo i suoi sentieri.
Teresa e Maria Maggio

“Sintetizzo il nostro pellegrinaggio in due tappe: Avila e Santiago-Finisterre.
La prima ricca della spiritualità teresiana mi ha confermato che un cammino ancor prima di essere intrapreso nello spazio e nel tempo, ha un luogo di partenza interiore, dove nasce.
Santiago il percorso, Finisterre la meta momentanea, il giro di boa del cammino, che mentre si conclude, si apre a nuovi orizzonti e che a volte, com’è capitato a noi per il vento e la pioggia, non sono immediatamente visibili ai sensi.
Ho sperimentato che se manca la vista devi imparare ad immaginare, aprirti alla speranza, a fidarti ed affidarti anche del pellegrino che condivide con te un pezzetto di strada.
Grazie a tutti i compagni di viaggio!” Patrizia

ESPERIENZA DI FEDE AD AVILA E AL PELLEGRINAGGIO A SANTIAGO DE COMPOSTELA
Ci siamo salutati lo scorso anno con un arrivederci a Santiago de Compostela, quindi é stata immediata la nostra adesione a questo pellegrinaggio, che ci ha portato prima ai luoghi di Santa TERESA di GESU’ ad AVILA-ALBA DE TORMES E SALAMANCA.
Un pellegrinaggio diverso da quelli di Fatima e Lourdes, ma lo stesso pieno si spiritualitá. Abbiamo visitato luoghi e tombe dove hanno vissuto e riposano: Santa Teresa d’Avila e San Giacomo Apostolo, persone come noi, che da pellegrini nel mondo sono riusciti a raggiungere la Santità. Questo perció ci fa ben sperare, seguendo il loro esempio possiamo percorrere la strada che sicuramente ci conduce alla salvezza.
Le frasi belle di Santa Teresa sono state un invito alla unione con Dio “Niente ti turbi, niente ti spaventi, solo Dio Basta” e all’amore verso tutti, facendo delta vita semplice una crescita nella Santità: “anche in cucina tra le pentole c’è Gesü” possiamo essere nel cammino giusto per la Santitá.
Inoltre la perfetta organizzazione, la preziosa presenza di Sua Eccellenza don Franco, affiancata dai sacerdoti: don Vincenzo, don Raimondo e padre Attilio.
Il clima amichevole e fraterno, che si é creato tra noi, ha fatto s’i che il nostro sia stato un cammino piacevole e appagante.
Come l’anno scorso, stavolta ci diciamo arrivederci alla Terra Santa.
Giuseppe, Rosa e don Vincenzo

Quando ho avuto notizia del pellegrinaggio diocesano ad Avila e a Santiago subito si è acceso in me il desiderio di parteciparvi.

Si sono poi date delle condizioni che mi hanno permesso di prendervi parte ed eccomi appena rientrato con il gruppo dei pellegrini a scrivere qualcosa che mi ha fatto riflettere particolarmente.
Ovviamente, per esigenza di brevità, tralascio tante cose che ancora occupano la mia mente ed il mio cuore per fermarmi solo su qualche aspetto.
Anzitutto è, forse, utile raccontare per quale motivo ho desiderato da subito partecipare a questo pellegrinaggio: senz’altro l’incontro che un bel po’ di anni fa ho fatto con Teresa D’Avila, leggendo “Il castello interiore”. Quell’opera o, per meglio dire la sua Autrice, mi colpì a tal punto, che ne regalai una copia a delle persone a me molto care. Teresa mi appariva come una donna dalla forte personalità, innamorata di Dio e preoccupata per il rinnovamento e la rinascita non solo della vita contemplativa, ma dell’intera Chiesa. Il suo testo mi aiutò molto nel mio cammino spirituale e mi consentì di incontrare altre due persone, che da allora, mi sono molto care: S. Giovanni della Croce ed Edith Stein.
C’era, poi la visita a Santiago de Compostela, con il suo richiamo per ‘il cammino’. Da anni vado dicendo di voler percorrere, almeno, un buon tratto del cammino di Santiago. Ma al di là di qualche problema pratico aggiuntivo, non ho ancora capito se è una esigenza di ricerca spirituale ed umana, o, semplicemente, il frutto di qualche lettura.
L’idea di andare ad Avila,Salamanca e Santiago mi coinvolgeva su diversi piani: spirituale, culturale, emotivo, anche se a prevalere era l’esigenza di fare un forte cammino spirituale. La prevista visita di Madrid, seppure mi incuriosiva, non aveva particolare importanza.
Sono perciò partito con il desiderio predominante di spiritualità ma, con sorpresa lungo “il cammino”, ho dovuto aggiustare il mio obiettivo. L’esperienza spirituale l’ho fatta, come pure ho avuto modo di assumere davanti al Signore, alcuni impegni in tale direzione; ma mi sono accorto di essere in cammino con altre persone, ognuna con la sua storia, le proprie gioie e dolori, la propria ricerca interiore.
Questa ‘scoperta’ mi ha spinto a dilatare il mio sguardo, ad uscire fuori di me, per porgere l’orecchio, ma specialmente il cuore, alle parole, anche sottaciute, degli altri pellegrini.
Ho cercato di fare attenzione agli altri, di ascoltare, di farmi sentire vicino in autenticità, sebbene mi conoscessi solo con poche persone. Da subito mi sono reso conto che ero io che stavo ricevendo tanto di più in attenzioni, affetto, sostegno. Senza cadute retoriche ho sperimentato in generale un clima gratificante, pur nella diversità e nei limiti di ciascuno.
Sul piano più strettamente personale sono stato contento di rivedere, dopo anni, persone con cui, in tempi lontani, abbiamo fatto un tratto di strada insieme, ma, soprattutto, sono grato al Signore, perché il pellegrinaggio mi ha offerto la possibilità di consolidare e di fare nuove e belle amicizie.
Tornando a considerazioni più generali, sono stato attento ai luoghi, agli odori, ai profumi, alle persone che vivono in quelle terre. Con il Vescovo e con qualche altra persona abbiamo fatto attenzione alla situazione della Chiesa e dei cattolici spagnoli, almeno per quanto siamo stati singolarmente capaci di intendere. Purtroppo, anche dalle parole di una delle signore che ci hanno fatto da guida, abbiamo avuto conferma di una situazione ecclesiale difficile, che ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca.
Certamente abbiamo visto tante cose belle ed interessanti, ma mi fermo con questo mio racconto, con altre due considerazioni.
Nel territorio di Avila abbiamo visto tante cicogne. Le guide ci hanno anche spiegato i problemi di statica che i loro nidi, tanto pesanti, provocano agli edifici che li ospitano. Abbiamo anche appreso che le cicogne non emigrano più, sono stanziali da molti anni. Questo mi ha nuovamente indotto a riflettere sui disastri ambientali prodotti da noi uomini e di prendere molto sul serio i moniti del Papa sulla difesa dell’ambiente e sulla necessità di cambiare i nostri stili di vita.
Infine ecco la visita a Madrid. Forse perché venivamo da luoghi di profonda spiritualità, dove si può vivere a misura d’uomo, ma io all’inizio ho avuto un senso di profonda tristezza. Ho percepito nel caos della metropoli una situazione di decadenza sociale, culturale, morale. Certo siamo stati troppo poco perché potessimo maturare un giudizio più veritiero, ma vedere nello stesso momento tanta gente a fare shopping o a mangiare ai tavoli dei ristorantini, mentre all’osservatore venivano presentate scene di grave miseria e di malaffare e degrado urbano, mi ha lasciato sconcertato ed addolorato. Lo so che queste situazioni esistono anche nelle nostre città e paesi, ma in quel contesto ho trovato stridente la ‘normale’ rimescolanza del tutto.
In estrema sintesi ho vissuto un pellegrinaggio che mi ha spinto a riflettere sulle mie responsabilità, che mi ha dato opportunità di conoscere luoghi e persone con le loro luci e le loro ombre. Ecco allora la mia preghiera: Teresa, donna di grande fede, instancabile e determinata nel compiere la missione affidatale dal Signore, preghi Dio per noi e con noi, affinché rafforzi la nostra fede e ci renda cristiani più credibili  e coraggiosi al servizio del Vangelo.
Gianfranco Cavallaro