Eccoci arrivati al secondo appuntamento dellitinerario organizzato dalla Pastorale giovanile della diocesi, per accompagnare i giovani nella preparazione del cuore verso la gioia della Pasqua. Ci siamo incontrati a Vico Equense, nella parrocchia dei Ss. Ciro e Giovanni, e complice una serata serena di fine inverno, i posti nei banchi velocemente si sono riempiti, costringendo gli ultimi arrivati (i soliti ritardatari!) a trovare un posto nelle cappelle laterali.
Pronti? Via! Dopo il saluto di don Nino, don Gennaro ci ha subito catapultato nella vicenda de I Miserabili e, in particolar modo, sulla scena è stata protagonista Fantine, ragazza madre abbandonata dal fidanzato, condannata a vivere ai margini della società a causa della sua situazione irregolare e alla fine, al fondo di un cammino di mortificazione e bruttezza, costretta ad affidare ad una coppia di estranei la propria figlioletta Cosette, unica ragione di una vita ormai alla deriva e che di lì a poco si spegnerà. Unica luce nella buia esistenza di Fantine è lincontro con Jean, strumento di grazia in tutta la complessa storia descritta da Hugo, grazia che Jean ha ricevuta dal vescovo che gli dona fiducia e libertà, e di lì innanzi testimoniata in ogni incontro che egli compie. Anche per Fantine Jean rappresenterà la speranza, che la figlioletta Cosette abbia qualcuno che si prenda cura di lei e la custodisca con amore.
Non solo la narrazione di don Gennaro, ma anche larte dei ragazzi de Il Segno è stata per noi guida che ci ha condotti per mano nella storia de I Miserabili, nella storia di ognuno di noi: con le commoventi note di Avevo un sogno e la testimonianza di Miriam, colei che dà vita e voce a Fantine, siamo stati inchiodati di fronte ad una domanda: qual è il mio sogno? Come posso distinguerlo dalle tante illusioni che tentano di soffocarlo?
Ci siamo detti che il sogno è qualcosa che ci prende, che ci avvolge e ci rapisce, che riguarda non solo noi ma anche gli altri, che regge la prova del tempo, mentre unillusione è vista solo da noi e non dura a lungo, svanisce in fretta; sognare è coinvolgere tutto di noi stessi, tenderci verso il futuro, verso quello che ancora non cè, vivere una santa inquietudine che fa friggere il terreno sotto i nostri piedi e ci invoglia a correre: Getta il tuo cuore lontano e poi corri a raggiungerlo!, mentre illuderci buca le ruote, ci dona una falsa pace che taglia ogni spinta al bene e allimpegno, è accontentarsi del compromesso e del surrogato.
Con linvito del Gatto che insegnò alla Gabbianella a volare, Vola solo chi osa farlo, abbiamo sentito forte la spinta a prendere il volo, a lasciare definitivamente la nostra mediocrità e superficialità, puntando forte verso il nostro Sogno, anche sembra folle; i santi in fondo sono dei pazzi e Gesù è stato il più folle di tutti! Sotto il grande crocifisso che campeggiava sul presbiterio è stato evidente che il sogno più grande è lamore che Gesù è venuto ad annunciare e a portare nel mondo, amore pieno, totale, incondizionato, che non ha paura di andare fino in fondo e pagare un prezzo, anche alto, anche il più alto, la vita: lamore è una cosa seria, non ha paura delle conseguenze!
Questa Quaresima è per noi invito a volare in alto, a rinunciare a qualcosa che ci appesantisce, a fare un po di spazio nel nostro cuore sovraffollato ed ingombro, con quella disciplina, che diventa quasi violenza, caratteristica dei figli di Dio, pronti a tutto, perché innamorati di un Sogno più grande.
A sigillo della serata, il nostro arcivescovo ha raccolto simbolicamente tutte le domande e gli slanci nati dallora intensa di riflessione e di preghiera, facendo da specchio ai nostri occhi sognanti, attraverso la sua paterna benedizione, ha affidato le nostre vite a Dio, bontà infinita, con la certezza che presto sarà Pasqua!
Altre foto della serata sono visibili sulla pagina Fb della Pastorale Giovanile
di don Emmanuel MICCIO