Il Diario di don Franco da Lourdes

3° giorno 14 ottobre

Lourdes, 14 ottobre 2014   ore 17.50
 
Questa mattina abbiamo finalmente celebrato l’Eucaristia, la prima del nostro pellegrinaggio. Ci siamo arrivati con un gran desiderio, dopo la lunga preparazione di ieri. Quanto è importante recuperare la dimensione vera delle cose che facciamo, soprattutto quando si tratta di riti liturgici. La ripetitività non sempre aiuta, l’abitudine prende spesso il sopravvento e il rimanere legati a “ciò che si è sempre fatto” mette in secondo piano i significati più profondi di parole e gesti che potrebbero scivolarci addosso senza cambiare niente nella nostra vita. Come è stato bello invece avvertire il forte senso di partecipazione da parte di tutti i pellegrini, riuniti attorno all’altare nella Basilica del Rosario. Le coppie di sposi che festeggiano quest’anno il venticinquesimo e il cinquantesimo anniversario del loro matrimonio ci hanno dato la possibilità di pregare per tutte le famiglie, mettendoci così in sintonia con il Sinodo straordinario che si sta tenendo in Vaticano in questi giorni proprio sul tema della famiglia. Tra le giovani coppie presenti alcune addirittura hanno celebrato le nozze nelle ultime settimane e una appena quattro giorni fa: la loro gioia, comunicata attraverso la felicità dei volti, è un segno di speranza per noi tutti.
 
Il clima di gioia vera e condivisa ci ha poi accompagnati nelle tappe successive della giornata: la via crucis con gli ammalati e l’appuntamento da essi tanto atteso del pic nic alla Cité S. Pierre, con momenti di svago e di divertimento animati da tanti volontari entusiasti; la festa del venticinquesimo dell’Opera Diocesana Pellegrinaggi, così ben curata nei dettagli, con il ricordo grato di quanti hanno contribuito a far nascere e poi a sviluppare questa realtà nella nostra Chiesa locale. Testimonianze semplici, racconti belli, confidenze personali come in famiglia, insieme a canti, musica e tante vecchie foto: una grande torta ha coronato la festa, aprendo il cuore di tutti alla gratitudine e a un rinnovato impegno nella partecipazione. Anche questa è una forma di “nuova evangelizzazione”, ricordavo ieri sera ai confratelli sacerdoti, se non ci stanchiamo di trovare linguaggi nuovi per annunciare il Vangelo a chi cerca la felicità senza forse nemmeno sapere di averla a portata di mano, nell’incontro con Gesù!
 
Per Bernadette, che nella povertà ha accolto l’invito della Signora ed è cresciuta come persona libera e amata, c’è stata una vera trasformazione della vita. L’amore opera questi miracoli, come ci hanno raccontato alcune volontarie che qui a Lourdes offrono un po’ del loro tempo per i pellegrini poveri o “scartati” dalla nostra società. Riusciremo anche noi a vivere con gioia e amore, senza paura di accogliere ogni persona, anche chi ci sembra tanto diverso da noi da metterci in imbarazzo? Lo chiederò questa sera, nella preghiera del Rosario davanti alla Grotta con i volontari, per me e per tutti quelli che senza arrendersi o tirarsi indietro lottano per un mondo nuovo!