Il Diario di don Franco da Santiago, 19 luglio ore 21:35

Santiago di Compostela, 19 luglio 2015   Ore 21.35

Una domenica speciale, insieme a tanti pellegrini! Ecco come abbiamo vissuto questo secondo e ultimo giorno della nostra permanenza a Santiago.
Fin dal mattino siamo venuti a contatto con i numerosi pellegrini nell’ultimo tratto del loro lungo, medio o breve cammino, che per essere riconosciuto come ‘cammino di Santiago’ deve essere almeno percorso per gli ultimi cento chilometri. Si tratta di un’esperienza davvero particolare, che difficilmente può essere capita fino in fondo da chi non la vive. Resta comunque fortemente simbolica, capace di scuotere la coscienza e interrogare chiunque si fermi anche solo a guardare con attenzione quanti viaggiano con uno zaino sulle spalle e un bastone per compagno. Le difficoltà che si devono ogni giorno affrontare non sono poche, ma c’è qualcosa di più grande che spinge ad affrontarle: il bisognosi ritrovare sé stessi e riconciliarsi con il mondo circostante. Se vissuto con sincerità e senza remore, alla fine si incontra Dio!
L’ultima tappa, per coloro che riescono ad andare lo stesso santuario di Santiago, è il capo di “finis terrae”. Sono necessari ancora tre giorni di cammino, per giungere a contemplare l’oceano lì dove la terra finisce e offre uno spettacolo straordinario: uno spazio immenso, che fa cogliere la bellezza indicibile dell’infinito. Il pellegrino che accetta di compere quest’ultimo tratto di strada si prepara a lasciare tutto ciò che porta dentro di se per aprirsi alla novità che gli viene donata: gli abiti o gli oggetti lasciati sulle rocce che si sporgono sul mare restano un segno che parla da solo. Sapremo anche noi liberarci dei pesi che rallentano il cammino verso la libertà e lasciarci rivestire da Colui che ci ama gratuitamente? È la domanda che porto con me, mentre mi preparo a lasciare questa città santuario, meta ambita di tanti pellegrini: ancora una volta la meta segna con sorprendente efficacia l’inizio di un nuovo cammino!