Incontro di Spiritualità per gli Insegnanti di Religione

“Cenere in testa e acqua sui piedi.
Una strada, apparentemente, poco meno di due metri. Ma, in verità, molto più lunga e faticosa. Perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri. A percorrerla non bastano i quaranta giorni che vanno dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo. Occorre tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala”.
 
Sono le parole di don Tonino Bello con cui la direttrice dell’Ufficio IRC la Professoressa Maria Rosaria Pirro Titomanlio ha iniziato l’incontro di lunedì 12 marzo scorso, in occasione della Quaresima.
Facendo riferimento all’ultima formazione a cui noi Idr abbiamo partecipato, la Direttrice ci ha ricordato che la “mission” della scuola nella società contemporanea (globalizzata, conoscitiva, in continuo cambiamento, complessa), il senso dell’educare oggi e dell’insegnare è nella centralità della persona, nel perseguimento di una nuova cittadinanza e nel disegno di un nuovo umanesimo. E noi Idr siamo parte integrante di questa missione. Dunque, l’importanza del nostro contributo nella costruzione di percorsi formativi che puntano alla formazione integrale della persona, anche nella dimensione religiosa, e nella conquista di competenze che ogni alunno deve possedere nel “sapere” e nel “fare” per “essere” l’uomo e il cittadino del domani. “Savoir etre” é la competenza sociale a cui punta la scuola oggi, che non è un’ azienda, ma una “comunità educante, di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, ispirata ai valori democratici e alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni”.
 
All’incontro era presente il nostro vescovo mons. Francesco Alfano, che ha voluto ascoltare le nostre esperienze di docenti nella scuola. Ci ha ricordato che l’Idr è soprattutto testimone. L’Irc non è catechesi, ma non può essere svuotato dei suoi contenuti. L’Irc non può essere “neutrale”.
 
Tra le varie esperienze raccontate da alcuni docenti di Religione è emerso il bisogno di affettività, soprattutto nell’età della preadolescenza. Inoltre, la mancanza di conoscenza da parte dei ragazzi della figura del Gesù storico. Ancora, le domande di senso che sorgono spontanee sin dalla prima età, e che nella scuola ricevono varie risposte, tra cui quella cristiano-cattolica. L’incontro è seguito con un momento importante: la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo. La liturgia del giorno non a caso presentava nel Vangelo la figura del profeta che non viene riconosciuto nella propria patria, così il nostro ruolo nella scuola che richiede fatica e impegno. Poi, la guarigione operata da Gesù del figlio di un funzionario pubblico, rammenta che i genitori confidano nella scuola per il futuro dei propri figli. Dunque l’impegno per noi docenti di Religione Cattolica nel prenderci cura dei nostri ragazzi, anche pregando quotidianamente per loro.
 
Concludo volendo parafrasare una canzone di Cesare Cremonini: “in questo mondo di eroi” insegniamo ai nostri alunni ad essere uomini!

 

di Felicia D’AURIA