La celebrazione per il decimo anniversario di ordinazione episcopale di mons. Alfano

“Simone, mi ami tu?”. Il passo del Vangelo che contiene la domanda posta da Gesù a Pietro accompagna il nostro pastore da quando è vescovo. Lo ha detto mons. Francesco Alfano, presiedendo la messa di ringraziamento per i dieci anni di episcopato, celebrata nella cattedrale di Sorrento la sera del 2 luglio. “Gesù viene e stabilisce un dialogo con noi, sempre – ha chiarito il nostro arcivescovo -. Tutta la nostra vita è avvolta da questo dialogo, necessario per non perdere il dono ricevuto, dono prezioso per crescere in questa dimensione che non è scontata. Quanto più ci viene chiesto un servizio o ci viene affidata una responsabilità nella Chiesa – e questo vale per noi pastori in particolare -, non possiamo cedere alla tentazione di pensare che abbiamo già detto il nostro sì”.
 
“Gesù, quando ci chiede, come a Pietro, se Lo amiamo, chiama in causa noi stessi, chiama in causa l’amore. Tutto ciò è meraviglioso, sorprendente, imbarazzante. Gesù insiste con la domanda: mi ami? Può farlo solo Lui. Certo, l’amore ha tante tonalità, l’amore gratuito è affascinante, l’amore esclusivo per Lui è bello, ma non è facile – ha precisato il nostro pastore -. Gesù continua a interrogarci sull’amore”. Certo, le domande esigono risposte: “C’è la risposta immediata, la risposta generosa, la risposta entusiasta, ma non basta rispondere al Signore di essere pronti”. Gesù continua a chiedere. Pietro risponde a Gesù: “Gesù, Tu lo sai… Dentro di noi c’è questo desiderio, che è anche un dono di rispondere all’amore con amore, che ci fa purificare. E Gesù continua a porre la domanda in modo da non farci perdere, noi pastori in modo speciale”.
 
C’è poi il comando di Gesù sorprendente: “Dinanzi a un Simone che deve confessare la sua incapacità ad amare in un modo così bello e forte come Gesù ci chiede, non c’è un tempo intermedio di preparazione. Ci viene affidato un incarico. Viene messo nelle nostre mani di peccatori un dono prezioso che non dipende da noi, che ci supera immensamente. ‘Pasci’: diventiamo pastori del popolo di Dio. Pastori, ma non al di sopra; pastori, non con lo scettro di comando; pastori che riconoscono che il gregge non è loro, ma del Signore. Il gregge è di Gesù, Lui ha dato la vita per le pecore. Ci chiede di partecipare, condividere, sostenere il cammino come testimoni privilegiati di questo amore che Lui ci rivolge”. Un compito, ha sottolineato mons. Alfano, “per niente facile, ma che è sostenuto dalla grazia dello Spirito del Signore. È un compito che ci consente di crescere come comunità, accettando i nostri limiti come avviene in una famiglia”. Gesù “si fida e ci chiede di restare ancorati a Lui. Dobbiamo prendere consapevolezza che la missione della Chiesa, in particolare per noi ministri ordinati, non ci pone al di sopra”.
 
Poi c’è la “profezia”: “Gesù, il Risorto, parla a Pietro di quando sarà vecchio. La profezia è storia, ma è anche atteggiamento nuovo. Da giovane custodivi la libertà come un possesso geloso, quando raggiungerai un’altra tappa, allora riconoscerai di aver bisogno degli altri. Più avrai responsabilità, più ti renderai conto che sei poca cosa senza gli altri che Dio ti ha messo a fianco”. Non solo: “Sono i poveri che ti arricchiscono. È in nome loro che rendi gloria a Dio fino a che gli restituirai tutto quello che hai vissuto”. Facendo riferimento al giorno dell’ordinazione episcopale e poi a questi anni trascorsi da allora, mons. Alfano ha parlato della necessità da parte del vescovo di “passare tra la gente benedicendo, donando sorrisi e mai volgendo lo sguardo da un’altra parte, ringraziando il Signore per tutto quello che ci ha dato”.
 
Un invito a continuare a pregare per il nostro pastore “affinché il Signore lo accompagni sempre con la forza dello Spirito per continuare il suo servizio a questa bella Chiesa di Sorrento-Castellammare di Stabia” è venuto dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli e presidente della Conferenza episcopale campana. Portando la vicinanza di tutti i vescovi della Campania, il porporato ha sottolineato: “Noi vescovi siamo tutti legati gli uni agli altri nella catena della carità e dalla paternità sacerdotale”.
 
 
 
 

Le foto del decimo Anniversario della Consacrazione Episcopale del nostro don Franco

Posted by Arcidiocesi Sorrento – Castellammare di Stabia on Giovedì 2 luglio 2015