La Giornata del malato in diocesi

L’11 febbraio si è celebrata la XXII Giornata Mondiale del Malato che ha avuto per tema “Fede e carità. ‘…anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli’” (1Gv 3,16).
Anche Papa Francesco all’Angelus di domenica 9 febbraio ha ricordato l’importante appuntamento. La Giornata, ha osservato il Pontefice, è “l’occasione propizia per mettere al centro della comunità le persone malate. Pregare per loro e con loro, stare loro vicini”. In particolare, ha aggiunto, “possiamo imitare l’atteggiamento di Gesù verso i malati, malati di ogni genere: il Signore si prende cura di tutti, condivide la loro sofferenza e apre il cuore alla speranza”. E ha continuato: “Penso anche a tutti gli operatori sanitari: che lavoro prezioso fanno! Grazie tante per il vostro lavoro prezioso. Essi incontrano ogni giorno nei malati non solo dei corpi segnati dalla fragilità, ma delle persone, alle quali offrire attenzione e risposte adeguate. La dignità della persona non si riduce mai alle sue facoltà o capacità, e non viene meno quando la persona stessa è debole, invalida e bisognosa di aiuto. Penso anche alle famiglie, dove è normale prendersi cura di chi è malato; ma a volte le situazioni possono essere più pesanti… Tanti mi scrivono, e oggi vorrei assicurare una preghiera per tutte queste famiglie, e dico loro: non abbiate paura della fragilità! Non abbiate paura della fragilità! Aiutatevi gli uni gli altri con amore, e sentirete la presenza consolante di Dio”. per l Santo Padre, “l’atteggiamento generoso e cristiano verso i malati è sale della terra e luce del mondo. La Vergine Maria ci aiuti a praticarlo, e ottenga pace e conforto per tutti i sofferenti”.
Anche nella nostra arcidiocesi abbiamo vissuto la Giornata del malato. Due sono stati i momenti principali: la messa celebrata dall’arcivescovo, mons. Francesco Alfano, di mattina, nella parrocchia di N.S. Signora di Lourdes a Sorrento, con i malati e i volontari dell’Unitalsi e dell’Avo, e quella celebrata sempre dal nostro pastore, di sera, nella concattedrale di Castellammare di Stabia, con i malati e i volontari dell’Opera diocesana pellegrinaggi.
In allegato i resoconti delle due celebrazioni.

di Gigliola ALFARO