La lezione di mons. Zama: amore alla Parola di Dio e attenzione alla famiglia

Sabato 6 giugno, nella cattedrale di Sorrento, è stata celebrata una messa in memoria di mons. Antonio Zama, primo arcivescovo della arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia (la fusione è avvenuta nel 1986), in occasione del 25° anniversario della sua morte, avvenuta a Napoli il 7 luglio 1988.
Ha presieduto la celebrazione eucaristica mons. Armando Dini, arcivescovo emerito di Campobasso-Bojano, che è stato legato da lunga amicizia a mons. Zama. Hanno concelebrato mons. Francesco Alfano, arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, mons. Felice Cece, arcivescovo emerito della stessa arcidiocesi, mons. Arturo Aiello, vescovo di Teano-Calvi, ma originario della nostra arcidiocesi.
“Nei vespri del sabato che aprono al giorno del Signore – ha detto mons. Alfano, in apertura della celebrazione – la Chiesa contempla e ringrazia il Signore risorto. In questo contesto la nostra comunità diocesana fa memoria di un pastore che ha donato tutte le sue energie pastorali, intellettuali e morali alla Chiesa. Facciamo memoria di lui che ha vissuto in un periodo difficile per la nostra Chiesa, che ha iniziato a camminare insieme. Un cammino che dobbiamo ancora approfondire e migliorare”.
Mons. Dini, nell’omelia, facendo riferimento alle Scritture, ha ricordato come “San Paolo ci dica molto chiaramente che è importante essere una creatura nuova in Cristo. Noi con il battesimo diventiamo una creatura nuova. Infatti, se con la creazione Dio ci ha fatti a sua immagine e somiglianza, con il battesimo entriamo nel mistero trinitario perché ci è data una nuova somiglianza: il battesimo, infatti, ci fa a immagine del Figlio”. Mons. Dini ha anche invitato a far sì che il battesimo non sia solo un ricordo legato a un documento, perché, piuttosto, “è importante la vita di Dio che ci è immessa nel giorno del battesimo”. Di qui la domanda: “Quanto cresciuta in noi la vita che ci è stata data nel battesimo? Quanto ci ha fatto diventare adulti nella fede e somiglianti a Gesù?”.
Mons. Dini ha sottolineato poi che è stato bello voler ricordare mons. Zama nella messa vespertina del sabato, quindi nel contesto “risurrezionale della domenica”. “In un periodo storico come il nostro, nell’attuale cultura che risente molto della scienza, è importante che noi cristiani ricordiamo il Paradiso – ha sostenuto -. Infatti, se per alcuni la vita si conclude con la morte o addirittura non si può parlare di morte perché si pensa che sia di malaugurio, noi cristiani sappiamo che il meglio deve venire dopo la morte, perché, dopo la morte di Gesù, anche la nostra morte è solo un passaggio, per poi andare in Paradiso e godere della felicità eterna”.
Mons. Dini ha quindi ricordato la sua lunga amicizia con mons. Zama: “Per tre volte – ha detto – mi è capitato di essere suo successore. Innanzitutto, sono stato fatto assistente dei laureati cattolici di Napoli, cioè di persone che don Antonio aveva seguito da studenti come assistente della Fuci, persone che erano state molto legate a lui e poi a me. Questo fatto ha creato un forte legame anche tra me e don Antonio. Poi mons. Zama ha iniziato il gruppo di spiritualità familiare e mi ha chiamato ad aiutarlo e in un secondo momento mi ha chiesto di sostituirlo. Infine, mi ha chiesto di succedergli come assistente dell’Azione cattolica a Napoli”. Riferendosi, poi, all’esperienza di mons. Zama nella nostra arcidiocesi, mons. Dini ha evidenziato come Zama “abbia fatto tante cose belle”. Il presule ha voluto anche ricordare due aspetti particolari del suo amico scomparso: “l’amore alla Parola di Dio” e “l’attenzione alla pastorale familiare”, due aspetti importantissimi anche oggi. Il primo è importante perché attraverso l’ascolto e l’amore alla Parola di Dio “impariamo a rinnovarci per avvicinarci alla mentalità di Dio, sviluppando una capacità critica verso le mode culturali. Impariamo a pensare secondo Dio, facendoci allievi della Parola, soprattutto attraverso il Nuovo Testamento”. Il secondo è necessario in un momento in cui la famiglia viene pesantemente attaccata ed ha bisogno di essere sostenuta. “Fa bene alle coppie camminare secondo le vie di Dio”, ha dichiarato mons. Dini, che ha concluso l’omelia chiedendo al Signore di far godere a mons. Zama “la gioia della Gerusalemme celeste”.

 

di Gigliola ALFARO