La messa all’altare della tomba di San Pietro

I vescovi della Campania, riuniti sulla tomba di Pietro, per pregare insieme.
“È un momento di profonda comunione tra noi, tra noi e il Successore di Pietro e tra noi e la Chiesa intera”, ha detto il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli e presidente della Conferenza episcopale campana (Cec), all’inizio della messa all’altare della tomba di San Pietro, celebrata stamattina alle 8, in occasione della visita ad limina dei presuli campani, in corso in questi giorni in Vaticano.
 
“È un momento bello e significativo – ha affermato il porporato, nell’omelia – quello che stiamo vivendo in questi giorni e in questa Eucaristia, vicino alla tomba di Pietro e sotto lo sguardo paterno di Benedetto XVI. Siamo venuti qui per fare la nostra professione di fede, la nostra professione di amore a Cristo, ma anche per riprendere con vigore e gioia il nostro ministero episcopale e il nostro servizio ai fratelli”.
  
Il cardinale ha invitato a immergersi nel mistero della Chiesa, che è “mistero di comunione”. Infatti, è la comunione che esprime “il nucleo profondo della vita della Chiesa”. La comunione, ha aggiunto il presidente della Cec, “è una realtà fondamentale”. Anche il Magistero dopo il Concilio Vaticano II ha fatto risaltare “la bellezza spirituale della Chiesa comunione”. Eppure, ha osservato il card. Sepe, “si parla tanto di comunione, ma quanto poco si vive la comunione. Lo vediamo con i nostri sacerdoti, i religiosi, i laici”. Di qui l’invito: “La comunione deve diventare l’ispirazione della pastorale”. E questo perché “la comunione si inserisce nella verità, nella concretezza delle nostre culture e dei nostri popoli, nella vita di ciascuno”. “Incarnandosi – ha proseguito il porporato – Cristo rinnova l’uomo e lo converte nella realtà di figlio di Dio”.
 
La Trinità è il “modello perfetto di comunione per la Chiesa e per la nostra vita – ha chiarito il presidente della Cec -. La vita di un vescovo e di un sacerdote è l’incarnazione di questa comunione. Siamo fatti a immagine del Verbo incarnato, che è entrato nella vita storica, sociale, politica”. La Chiesa è “un disegno scritto nel cuore del Padre, entra nella storia degli uomini e diventa lievito per la vita vera. La Chiesa non è stata voluta da Cristo per stare in Paradiso, ma per stare sulla terra in pellegrinaggio verso il Paradiso”. Il cardinale ha ricordato che il Papa ha detto che la Chiesa vive nelle comunità eucaristiche. È quello, ha sottolineato il porporato, “lo spazio vero nel quale si manifesta la nostra santa Chiesa”.
 
Facendo un riferimento alla visita ad limina, il card. Sepe ha evidenziato che “ogni Chiesa particolare è fatta a immagine della Chiesa universale”. La profonda comunione tra tutte le Chiese particolari le rende insieme “la Chiesa sposa divina”, la quale, “attraverso la testimonianza, le difficoltà, il martirio”, continua ad essere “la Chiesa pura e santa, come è stata voluta da Cristo”. Infine, il cardinale ha invitato a pregare per il Papa e per le Chiese campane, affidandole all’intercessione di Maria.