La messa di Domenica delle Palme e della Passione del Signore a Sorrento con mons. Alfano

Domenica mattina. Il calendario segna 13 aprile 2014. Dunque, non una qualunque domenica, ma la Domenica delle Palme e della Passione del Signore. Sorrento si sveglia sotto la pioggia. Poi c’è qualche schiarita. Secondo il programma definito dalla parrocchia della cattedrale la benedizione delle Palme con l’arcivescovo, mons. Francesco Alfano, dovrebbe avvenire in piazza Tasso. Il tempo resta incerto. Intorno alle 10 è già tanta la gente che gremisce la piazza per pregare insieme con il presule. Poi si sparge la voce: la benedizione delle Palme si farà sul sagrato della cattedrale. La folla, festante, bambini, genitori, nonni, con le Palme si è diretta in cattedrale, dove alle 10,45 l’arcivescovo ha benedetto gli ulivi e le Palme, invitando a seguire Gesù: “Andiamo dietro a un Re mite”, ma anche ad andare verso gli altri: “Il Signore ci invia nel mondo, nelle periferie, per incontrare i nostri fratelli”. Il nostro pastore ha anche ricordato che nella Domenica delle Palme si celebra la Giornata mondiale della gioventù a livello diocesano e che sabato, 12 aprile, c’è stata la Pasqua dei giovani, a Lettere.
 
Dopo la benedizione, tutti in chiesa per la messa, nella quale si rivive la Passione di Cristo. “Vorrei rivolgermi in particolare a voi ragazzi intorno all’altare – ha detto mons. Alfano -: abbiamo ascoltato il lungo racconto della Passione e della Morte di Gesù”. Questo racconto, ha osservato il presule, “è importantissimo per noi. Tutta la vita di Gesù ci riempie di gioia, ma quando arriva il racconto della morte siamo tristi non solo per le sofferenze che ha dovuto patire, ma anche per il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro, la fuga degli altri”. Ma di fronte a questi atteggiamenti negativi dei vari protagonisti della Passione cosa fa Gesù? “Si è adirato? Li ha puniti? Si è dimenticato di loro? No – ha sottolineato mons. Alfano –, ha continuato ad amarli”. Anche la folla prima lo osanna e poi lo tratta come un malfattore. “E Gesù – precisa il presule – continua ad amarla e perdonarla”. Anche noi oggi non sempre seguiamo gli insegnamenti di Gesù: “Lui, però, ci ama così come siamo, anche quando non accogliamo gli altri, i poveri, gli ultimi, e non li amiamo. Gesù è venuto a donarci l’amore del Padre. Noi diventiamo suoi amici se diventiamo amici tra di noi, se ci accogliamo e ci amiamo l’uno l’altro, come ha fatto il Signore”. Non sempre è facile: per questo “ci aiuti il Signore dall’alto della croce, dalla quale continua a donarci la vita e ad amarci”.

 

di Gigliola ALFARO