La Pasqua vissuta dalle famiglie: chiesa della Natività Colli Fontanelle – Sant’Agnello

Abbiamo allestito il nostro "Angolo della Preghiera" affinché Gesù venisse a fare la Pasqua da noi

Le riflessioni del nostro Vescovo che mercoledì ci invitava ad accogliere le parole del Vangelo “Vengo a fare Pasqua da te” ci hanno particolarmente colpito e quindi abbiamo cercato di seguire le indicazioni date nel sussidio per la preghiera in famiglia, seguendo le celebrazioni in streaming e allestendo il nostro “Angolo della Preghiera” affinché Gesù venisse a fare la Pasqua da noi.

Per accoglierlo abbiamo messo su un tavolo una statuina di un bimbo tenuto nel palmo della mano del padre: trattasi di un regalo fattomi dopo la perdita di papà e che per noi è segno della vicinanza e del  sostegno dell’amore di Dio in ogni momento della nostra vita e soprattutto nel tempo della prova.

Poi, giorno dopo giorno, durante il triduo, lo abbiamo arricchito con altri simboli.

Posso aggiungere che l’ho fotografato per condividere con altri un rito, un segno che, nonostante le distanze, in questo triduo,  potesse farci sentire uniti, facendoci immergere in una dimensione di universalità della Chiesa… tutta.

Questo anche grazie alle parole del Santo Padre che proprio come un papà, ci ha consolato e abbracciato attraverso lo schermo TV.

E tanto è stato il senso di pace e di serenità che le sue parole mi hanno trasmesso da spingermi a condividerlo, via social, con gli amici.

Solitamente mi annoto sempre qualcosa che mi colpisce per il piacere poi di ritrovarmela e di ricordarla anche rapportandola ad un tempo diverso, ma questa è una pratica “solo mia”: emozioni private, da  non dimenticare. Invece, in questa situazione insolita, ho sentito il bisogno di condividerle con parenti ed amici affinché potessero leggere lo stato di WhatsApp e sperando che quelle parole consolatorie potessero essere un balsamo anche per loro.

Forse anche perché oramai è un mese “che viviamo tutto privatamente” e la voglia di relazionarsi, di confrontarsi, di sostenersi, anche se solo virtualmente, emerge prepotentemente, quasi gridando: abbiamo bisogno degli altri.

Forse questo ci insegnerà ad essere più coinvolgenti, ad avere meno pudori e timori, ad immergerci nelle situazioni che ci circondano più spontaneamente e liberamente, ad apprezzare le piccole cose e a non dare niente per scontato.

È stato, ad esempio, “scioccante” il giorno delle Palme sentirsi dire da qualcuno che a casa non aveva rametti di ulivo. Mi sembrava assurdo, eppure effettivamente per chi è chiuso in un palazzo è proprio così.

Per il resto posso aggiungere che, in famiglia, comunque, sono stati messi al centro i piccoli che hanno avuto il loro ovetto di cioccolato e insieme a loro abbiamo addobbato casa.

Fortunatamente avevamo conservato una bottiglina di acqua benedetta dello scorso anno e abbiamo fatto la nostra Benedizione della tavola, perché comunque la fede… la Pasqua non si ferma.

Un ulteriore “rito” che ci siamo concessi è stato quello di accendere un cero da lasciare alla finestra durante le notti del Trioduo, proprio perché abbiamo la certezza che in questo momento di prova non siamo soli e che proprio come l’Alba di Pasqua, la Luce dissolverà questo tempo buio.

Come ci dicono le nostri croci fiorite “Rinascero’… rinascerai“.

                                                                                                               Famiglia Aversa