Lourdes: la testimonianza di un sacerdote

Da quando sono diventato prete, nel 2003, questa non è stata la prima volta a Lourdes… ma, ne sono certo, è stato il mio primo vero pellegrinaggio alla “Grotta”!
 
Sono partito – come tanti – portando nel cuore persone e situazioni, richieste e preghiere. Sono tornato con il desiderio di custodire e trasmettere la gioia di un incontro che ti cambia la vita: l’incontro con Gesù, attraverso Maria, con l’aiuto di Bernadette!
 
Lourdes, il “luogo dove la sofferenza cerca un sollievo”; Lourdes, il “luogo in cui Dio scende e tocca ed entra nelle piaghe dell’umanità segnata dalla malattia”; Lourdes, il “luogo dell’incontro tra l’umanità sofferente con il Dio sofferente”; Lourdes… il luogo in cui, dentro un anfratto roccioso, vedi sfilare una interminabile “passerella del dolore e della speranza”.
 
“Lourdes” e “Gioia” può sembrare un binomio contraddittorio… ma Lourdes, il luogo dello Spirito, legato a filo doppio con la sofferenza umana, è stato per me il “luogo della riscoperta della gioia”: la Gioia vera, quella che nasce dallo scoprirsi amati e perdonati! Perdonati, perché amati!
 
Come può, dunque, la gioia trovare posto nel pieno della sofferenza e del dolore? Facendo spazio a quel Dio che ha scelto di farsi a noi vicino, scendendo nelle piaghe del nostro dolore!
 
I “momenti programmati”, per stare insieme nella gioia, sono stati tanti: il Rosario o la preghiera serale con i volontari, la grande festa alla Cité St. Pierre, la festa per gli ammalati all’Accueil. A tutti avevo scelto di prendere parte. Tuttavia, ho dovuto talvolta rinunciare e “disertare”… ma per gustare la stessa gioia, in modi diversi! E mi sono ritrovato a confessare in treno, in albergo, per strada, alla Grotta, lungo il Gave, alla Permanence… e ad ogni ora!
 
Persone mai viste prima e amici di vecchia data; amicizie appena sbocciate e gente incrociata nel breve tragitto verso la Grotta; giovani e meno giovani, volontari e suore, preti e ammalati, pellegrini: quanti volti, quanti cuori, quante storie! Ma, per ognuno, alla fine, la grazia di gustare insieme la gioia della condivisione e dell’ascolto, del perdono e della riconciliazione! Il Signore mi ha dato la grazia di sperimentare che ogni posto, ogni occasione, può diventare “luogo di grazia e di gioia”, se lasciamo fare allo Spirito Santo!
 
La testimonianza dei “veterani” di Lourdes è stata, per me, fondamentale: “Bernadette come compagna di cammino”; la Grotta, come “grembo materno”; il pellegrinaggio come “momento per incontrare se stessi”. E poi – perché nasconderlo?!? – la gioia ha una sua espressione anche nelle lacrime!
 
Quante ne ho viste versare, quante ne ho trattenute a stento e quante ne ho versate io stesso! Un momento fra tutti: sentirmi chiedere, mentre ci preparavamo al Rosario alla Grotta: “don, vuoi fare servizio con noi alle piscine, oggi?”. Le parole non sono capaci di esprimere ciò che ho vissuto in quel momento. Gli occhi mi si sono riempiti di lacrime, si sono rivolti all’Immacolata della Grotta e l’unica risposta è stata: “Grazie per aver pensato a me!”.
 
L’essere considerato “uno di noi” dai volontari è stata una sensazione meravigliosa!
E poi la gioia di essere strumento per generare un sorriso, o una sana risata, in chi il Signore ti ha messo accanto… tutto questo non lo si può raccontare, ma solo vivere!
 
La mia testimonianza per questo pellegrinaggio 2014, reso ancor più speciale dal 25° dell’ODP, si può racchiudere in una lunga serie di nomi e di volti! Tutti legati dalla gioia di sentirsi Chiesa, famiglia convocata e inviata ad essere riflesso di quell’Unica Gioia che trasforma il mondo: Gesù!

 

di don Raimondo DI RIENZO