Messa Crismale, Mons. Alfano: Non fatevi rubare la speranza e rimanete in città!

 Nella Cattedrale di Sorrento, mercoledì 12 aprile, tutta la comunità diocesana si è riunita intorno al vescovo Mon. Alfano e a tutti i sacerdoti della diocesi per vivere uno dei momenti più attesi e importanti di questo periodo pasquale: la Messa Crismale. Un centinaio i sacerdoti hanno concelebrato e che hanno riconfermato le proprie promesse.
 
Una celebrazione sentita e partecipata grazie e soprattutto alle parole di Mons. Francesco Alfano che nella sua solenne omelia (in allegato la versione integrale) ha esordito ricordando i versetti del Salmo responsoriale, i quali hanno posto tutti nel clima giusto di contemplazione silenziosa e di benedizione festosa che caratterizzano la solenne celebrazione annuale: “Ho trovato Davide, mio servo con il mio santo olio l’ho consacrato”. L’olio che è stato benedetto e in particolare il Crisma, da cui proviene la denominazione della Messa Crismale, ha ricordato che tutti siamo servi, chiamati dal Signore a una missione che Lui stesso ci affida unendoci a Sé e trasformandoci in realtà nuova. Il Suo amore, il Suo sostegno, la Sua esistenza, è il segreto della nostra esistenza, il senso della vita di ogni persona, il fondamento della storia dell’umanità di ogni tempo, la ragione che consente di continuare a sperare nonostante tutto.
 
“Cari fratelli e sorelle nel Signore – esorta Mons. Alfano – la diocesanità ci riguarda tutti. In quanto battezzati e cresimati costituiamo l’unica Chiesa di Cristo, che vive in questo luogo e che ha il compito di mostrare il volto di Dio a tutte le persone che condividono con noi la gioia e la responsabilità nell’abitare questa terra straordinariamente ricca di bellezze naturali e di risorse umane”.
 
Un invito prima di tutto basato sulla testimonianza. Il Vangelo non va prima spiegato e poi vissuto, perché non c’è altro modo di annunciare la novità evangelica che praticandola. Non si può comunicare la forza dirompente dell’amore fraterno in una realtà incredula o distratta, confusa o approssimativa, se non attraverso la vita di comunità che pratica l’accoglienza, si esercita nel perdono reciproco, coltiva l’unità senza mortificare le differenze, sceglie il servizio mettendosi sempre dalla parte dei poveri.
 
“Mettiamoci con umiltà alla scuola dei grandi testimoni di santità, educatori di generazioni di laici adulti e responsabili nella famiglia, nella società civile, nella comunità ecclesiale – continua – Con grande e appassionato entusiasmo accogliamo noi per primi l’invito ad essere costruttori di diocesanità ed esperti tenaci di sinodalità. Diventiamo tutti, come ci esorta Papa Francesco nella Evangelii gaudium, “discepolimissionari”. Perciò imploro in modo speciale Voi, che con me condividete il dono del servizio come ministri ordinati: costruiamo insieme la comunità del Risorto e camminiamo uniti nella forza del suo Spirito!”
 
Una cerimonia che è stata un messaggio di speranza e d’amore non solo per i presbiteri, che hanno rinnovato le proprie promesse, ma anche per il resto dell’assemblea, le famiglie, i giovani, i consacrati e consacrate. Un invito a credere che le cose possono cambiare sempre in meglio e questo avverrà grazie al contributo di tutti. “Vi dico: amate sempre la vita! Amate i poveri e sarete felici! Amate la Chiesa e non permette mai più a nessuno di rubarvi la speranza! Rimanete in città!”
 
Dopo l’omelia c’è stato il rinnovo delle promesse sacerdotali e la liturgia della benedizione degli oli: degli infermi, dei catecumeni e del crisma. Al termine della celebrazione sono stati ricordati i giubilei sacerdotali che si festeggiano nell’anno. L’arcivescovo ha poi concluso con un augurio di una Santa Pasqua a tutta la comunità.
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