Mons. Alfano: “Apriamoci alla novità di Dio”

Domenica 30 agosto – XXII Domenica del Tempo Ordinario ci presenta un passo del Vangelo di Marco:
 
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
 
Su questo ci offre un pensiero il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano: “Le tradizioni degli uomini. Gesù prende posizione in modo netto, forte, persino sconcertante, quando si scontra con le tradizioni degli uomini nel campo sociale e nella cultura del suo tempo, ma anche e soprattutto nel campo religioso. Come negare l’importanza delle tradizioni? Anche noi siamo frutto delle tradizioni e ci appoggiamo a tradizioni, ma anche noi sperimentiamo l’inganno sottile e subdolo, la tentazione di fissarci e di bloccarci… Quante volte abbiamo detto anche noi: si è fatto sempre così. Guai a non rispettare la tradizione. O, all’opposto, c’è chi dice: eliminiamo ogni tradizione. Come reagisce, allora, Gesù dinanzi alle tradizioni così meticolose non solo dei farisei del suo tempo, ma di tutti gli uomini che Egli incontra, della religiosità che sembra essere la via obbligata per arrivare fino a Dio e che controlla atteggiamenti, pensieri, mentalità, stili di vita? Gesù reagisce con forza. Le tradizioni degli uomini sono pericolose quando diventano una meta da perseguire, non un mezzo per incontrare Dio aprendosi agli altri. Possono diventare un macigno addirittura o, come sentiamo da Gesù stesso nel Vangelo senza mezzi termini, un alibi: ‘Voi rispettate le tradizioni degli uomini e dimenticate il Comandamento di Dio’. È pericolosissimo, allora, un atteggiamento del genere; ci si può convincere che si è in ottimi rapporti non solo con se stessi, con il mondo circostante, ma persino con Dio, nascondendo ciò che veramente c’è nel cuore dell’uomo. Gesù invita a mettere sempre e solo al primo posto il comandamento di Dio, che viene a purificare pensieri, parole e azioni. Ecco quello che ci deve stare particolarmente a cuore.
Quanti problemi abbiamo anche oggi. non possiamo vivere le nostre relazioni, la nostra testimonianza, l’annuncio del Vangelo, legati a un passato di cui cogliamo solo la forma o ciò che è arrivato fino a noi. No, ciò che conta è il cuore dell’uomo e ognuno di noi sa che nel cuore dell’uomo si possono nascondere tanti pensieri cattivi. È quello che va purificato. Allora, le tradizioni ci devono aiutare a sorreggerci nella via del bene ed è quello che Gesù ci chiede. Lasciamoci purificare dal Signore, facciamo sì che la parola del Vangelo ci tocchi nell’intimo e andiamo con coraggio incontro a Dio, sapendo accogliere la novità, anche nelle forme e nelle usanze di chi ci sta accanto o di chi viene da lontano. Saremo così veramente uomini e donne aperti alla novità di Dio e, dunque, pronti ad accogliersi reciprocamente nel perdono fraterno e nella coraggiosa testimonianza del Suo Amore che vale più di ogni altra cosa”.
 

XXII Domenica del Tempo Ordinario 30 agosto 2015

Mons. Alfano: “Apriamoci alla novità di Dio”

Posted by Arcidiocesi Sorrento – Castellammare di Stabia on Venerdì 28 agosto 2015