È iniziata la Settimana Santa e lunedì 30 marzo in curia cè stato lo scambio di auguri tra larcivescovo, mons. Francesco Alfano, e le persone che lavorano o collaborano in Curia, in occasione dellimminente Pasqua. Era presente anche larcivescovo emerito, mons. Felice Cece. Insieme si è pregato lOra Media. Larcivescovo ha offerto un suo pensiero, a partire dalla figura del servo, descritta dal profeta Isaia. I canti del servo sofferente ha detto accompagnano il nostro cammino nella Settimana Santa e ci invitano al silenzio contemplativo, necessario non solo in questi giorni, ma per la nostra vita. Mons. Alfano ha evidenziato: Siamo servi, chiamati a condividere tutto con i nostri fratelli. Quando, invece, siamo pieni di noi stessi non incontriamo nessuno.
Nel terzo canto del servo sofferente, è indicata la sua missione: Il Signore mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia indirizzare allo sfiduciato una parola. Il nostro compito ha spiegato il presule è andare incontro allaltro per far emergere la sua sfiducia e ricolmarlo poi della fiducia dellunico che la può veramente dare: il Signore.
Larcivescovo ha invitato a fissare lo sguardo contemplativo su Cristo: Dal suo colloquio radicale con il Padre nasce la sua missione incontro agli altri. E questa è anche la missione della Chiesa: essere serva. In questo si evidenzia anche il compito della comunità della Curia: Offrire non solo un servizio tecnico o pastorale, ma il servizio della comunione e della fraternità. È una meta difficile e anche un po lontana, ma non ci dobbiamo scoraggiare, perché è la missione che ci ha dato il Signore.
Mons. Alfano ha chiarito: Nessuno nella comunità è posto al centro; ci è chiesto, piuttosto, di essere attenti allo sfiduciato. Ci sono tanti motivi di sfiducia: la mancanza di lavoro, i problemi delle famiglie, i giovani senza futuro, le difficoltà delle nostre città
. Per questo, occorre che ogni mattino il servo presti il suo orecchio. Dio ci apre a forza gli orecchi e noi lasciamoci fare questa violenza da Dio, non opponiamo resistenza, per impegnarci a favore della nostra comunità. Certo, il servo affronterà prove dolorose, ma anche queste, se vissute con la consapevolezza di essere chiamati da Dio e con la passione nel cuore, sono missione.
Il presule ha invitato a testimoniare la gioia di essere chiamati dal Signore, per intraprendere vie di libertà e anticipazione di un futuro di pace e di amore. Poi, ancora unesortazione: Non dimentichiamoci che siamo servi: quindi, dobbiamo crescere in un atteggiamento di umiltà vera. Umiltà e umiliazione, come ha detto Papa Francesco nellomelia di Domenica delle Palme, umiltà e umiliazione vanno insieme. E quando cè un moment di umiliazione, continuiamo a lodare Dio.
Cresciamo come servi ha concluso mons. Alfano -: anche questambiente di lavoro sia impregnato dalla passione per il servizio alla comunità ecclesiale e civile. Il Signore ci assiste e ci rende capaci di portare a tutti la buona notizia del suo amore misericordioso.
di Gigliola ALFARO