Mons. Alfano: “Amate Gesù con il cuore e siate pronti a riceverlo”

Domenica 2 settembre ci presenta un passo del vangelo di Marco:

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. 
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». 
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». 
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adulteri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione, il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:

La tradizione degli antichi. La polemica che scribi e farisei aprono con Gesù e che l’evangelista Marco riporta è molto forte. “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi?” La tradizione è fondamentale e gli ebrei osservanti, pensano giustamente che secondo la tradizione ricevuta dai padri possono rimanere fedeli al comandamento di Dio. Le tradizioni degli antichi, non si tratta di una discussione riguardo alle norme igieniche – lavare le mani quando si torna dal mercato – è nella loro convinzione, nella loro tradizione, appunto, il modo per sfuggire all’impurità. Non si può rimanere impuri e continuare ad essere discepoli del Signore. “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione dei nostri padri?” Domanda molto puntuale e forte alla quale Gesù risponde in un modo sorprendente, citando le scritture del profeta Isaia, parlando di una ipocrisia di chi si appiglia a queste norme della tradizione e dimentica il comandamento di Dio. La voce del profeta risuona in modo molto forte e intenso. “Ipocriti, voi onorate Dio con le labbra ma il cuore?” E Gesù continua il suo insegnamento rivolgendosi alle folle, parlando a tutti, perché quello che conta è veramente il cuore. Gesù non abolisce la distinzione tra puro e impuro. Esiste una vera impurità che non è quella di chi non osserva le tradizioni, di chi appesantendo il comandamento di Dio lo eludo fermandosi a discussioni veramente secondarie. L’impurità più profonda è quella che nasce dal cuore del l’uomo. Sono i propositi di male, i pensieri cattivi, sono tutte quelle espressioni non manifeste ma coltivate nel cuore che bloccano le relazioni, che inquinano i rapporti, che ci mettono gli uni contro gli altri, che non ci consentono di vivere la fraternità e l’amicizia in unità e in vera comunione. Ecco ciò che rende imputo l’uomo e Gesù è venuto per purificarci per liberare il nostro cuore da questi pensieri e propositi cattivi, dove il male viene a bloccare il progetto di vita. Allora la parola che ci rende nuovi, finalmente liberi ma ad una condizione: il nostro cuore sia aperto a ricevere il Signore.

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