Mons. Alfano: “Annunciate il Signore testimoniando la vostra vita”

Domenica 10 dicembre ci presenta un passo del vangelo di Marco:
 
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. 
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
 
Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione, il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
Figura tipica del tempo d’Avvento è Giovanni Battista. Il vangelo di Marco che ci accompagnerà in tutto l’anno liturgico appena iniziato, ce lo presenta fin dai primi momenti del racconto di questa buona notizia. Così inizia Marco “Inizio del vangelo di Gesù Cristo figlio di Dio”. E questa bella notizia di Gesù, il messia riconosciuto tale e acclamato, presentatosi come figlio di Dio, viene preparata da Giovanni. In Giovanni, Marco ce lo presenta così, si compiono le profezie [la profezia di Isaia], lui raccoglie tutto il cammino dell’attesa del popolo di Israele, preparato e desiderato come speranza forte dai profeti. Giovanni è presentato nella sua austerità, nel deserto delle strade che egli invita a preparare. E’ presentato nella sua predicazione come annunciatore forte di un cambiamento di vita radicale per poter prepararsi ad accogliere il Messia che viene. E’ presentato non da solo ma con la gente, le folle che lo ascoltavano con attenzione e che si lasciavano raggiungere dal suo messaggio. E’ presentato soprattutto come colui che annuncia, è così che prepara la venuta del Messia: annunciando che viene uno, un altro. L’annuncio è fondamentale e l’annuncio non è costituito soltanto da parole, discorsi e ragionamenti. L’annuncio è la stessa vita di Giovanni, l’annuncio è la testimonianza coraggiosa, silenziosa ed eloquente che parte dal suo stile di vita e si concretizza in uno stile di vita anche in coloro che lo ascoltano. Annunciare, annunciare un altro, annunciare Cristo, ecco la base del vangelo anche oggi. Ecco come possiamo recuperare la nostra dimensione di discepoli missionari che sperimentano ogni giorno, sempre più, il bisogno di seguire Cristo, facendo della nostra vita un annuncio concreto. Un annuncio concreto, convincente, credibile, la libertà delle coscienze ma in ogni caso coerente. Un annuncio veramente legato alla vita, un annuncio che fa di noi stessi coloro che preparano la via al Signore che viene. 
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