Mons. Alfano: “Aprire il cuore a Gesù”

 Domenica 31 gennaio – quarta Domenica del Tempo Ordinario – ci presenta un passo del Vangelo di Luca:
 
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
 
Su questo passo del Vangelo ci offre un pensiero il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
 
“Il primo rifiuto. Gesù a Nazareth ha fatto esperienza del primo rifiuto proprio a casa sua, con la gente che lo conosceva da tempo, entusiasta in un primo momento per le sue parole, per la novità, per l’autorevolezza dei suoi insegnamenti, ma poi i cuori si sono chiusi. I profeti hanno fatto grandi cose, ma Lui lo conosciamo, è uno di noi. Si chiude la porta del cuore. Quelli che per primi dovrebbero aiutarlo e sostenerlo e diffondere la buona notizia del Regno, rifiutano Gesù, che esperimenta l’amarezza, l’accanimento addirittura contro di Lui. Proprio come i profeti: Elia, Eliseo. Li cita perché si rendano conto che l’esperienza dei padri si protrae ancora oggi, con il rischio di vedersi scivolare addosso l’offerta di salvezza. Questo messaggio forte e imbarazzante riguarda anche noi, che ci consideriamo a buon diritto familiari di Gesù, lo conosciamo, gli siamo vicini. Eppure, anche noi potremmo dire il nostro no a Gesù e chiudere – speriamo mai – irrimediabilmente le porte della vita.
Gesù deve reagire. E come reagirà di fronte a questo accanimento? Lo cacciano fuori, vorrebbero ucciderlo. È già un anticipo di quello che sperimenterà alla fine della sua missione fuori delle mura della città santa, ucciso tra i malfattori. Gesù reagisce con l’apertura del cuore. Non li odia, non li esclude, non li condanna, va oltre, cammina in mezzo a loro, per continuare la corsa del Regno, che deve raggiungere i poveri, i ciechi, gli zoppi, gli afflitti e che non dimentica nessuno. C’è spazio anche per loro a una sola indispensabile condizione: che convertano il loro cuore e si aprano alla misericordia di Dio”.
 

IV Domenica del Tempo Ordinario 31 gennaio 2016

Mons. Alfano: “Aprire il cuore a Gesù”Riprese realizzate nella Parrocchia Santa Maria di Casarlano, grazie per l’accoglienza.

Pubblicato da Arcidiocesi Sorrento – Castellammare di Stabia su Venerdì 29 gennaio 2016