Mons. Alfano consegna il mandato ai ministri straordinari della Comunione

La cattedrale di Sorrento vestita a festa come nella grandi occasioni, sabato 25 ottobre, in occasione della celebrazione eucaristica durante la quale il nostro arcivescovo, Francesco Alfano, ha dato il mandato ai ministri straordinari dell’Eucaristia. Sono circa 400 i ministri straordinari che hanno ricevuto sabato il mandato, dopo aver partecipato agli incontri formativi a livello zonale, nel mese di ottobre.
 
“Gesù consegna alla sua Chiesa il grande Comandamento – ha detto nell’omelia il nostro pastore -. Non lo inventa, lo affida, lo riceve dal cammino del Popolo di Dio che da Abramo, Mosè ai profeti, passo dopo passo è entrato nella contemplazione della Legge del Signore. Popolo che è stato educato e allevato da Dio a far parte di questo disegno straordinario. Dio che indica la strada e che permette agli uomini di percorrerla fino in fondo. Con la sua Legge, il suo Comandamento, che è scritto nel cuore”. Allora, ha spiegato mons. Alfano, “non bastano più le tavole di pietra. La prima alleanza è stata già rinnovata; i profeti hanno aperto la mente, i cuori di tutti i membri del popolo di Dio, che scrive nel cuore di ciascuno questa legge che è amore per Lui e attenzione concreta per chi è in difficoltà. Nessuno nel popolo di Dio deve vivere ai margini, essere rifiutato o portare da solo il peso della vita. Non ci sono scarti nel popolo di Dio”.
 
“L’attenzione al povero, all’orfano, alla vedova, allo straniero non è un di più – ha chiarito il nostro arcivescovo -. Non è affidata a coloro che nella comunità vogliono vivere in modo radicale la Legge, è l’unico modo per adorare Dio, per esprimere santamente il culto di Dio e testimoniare la sua presenza tra noi. Dio cammina con noi. Dio ascolta il grido del povero: praticare i suoi Comandamenti significa ascoltare con Lui questo grido. Se il popolo impara a vivere giorno e notte a vivere questo ascolto della Parola di Dio, non potrà ascoltarla fino in fondo se non mettendosi accanto a chi grida”.
 
Questo, ha evidenziato il presule, “è il grande Comandamento: Gesù lo esplicita e lo consegna ai discepoli. Non sarà possibile far parte della sua famiglia senza ascoltare ogni parola e vivere la sequela alla luce del Comandamento dell’amore”. Quindi, “Dio al centro di tutto, l’amore coinvolgerà totalmente ogni persona, ma questo amore si esprimerà sempre e solo attraverso gesti concreti di vicinanza, di prossimità, di solidarietà. Chi soffre è al centro: è l’unico modo per amare Dio”.
 
Il grande Comandamento, ha sottolineato mons. Alfano, “si articola in un primo che non può essere sostituito da nessun altro: ‘Amerai il Signore Dio tuo con tutto te stesso. Tutte le tue energie saranno orientate esclusivamente a Lui. Il secondo è legato al primo, dipende dal primo, lo esplicita e lo concretizza: ‘Amerai il prossimo tuo come te stesso’. Dunque, andare incontro all’altro, a partire dalla consapevolezza di essere amati da Dio, sarà la risposta al dono che il Signore fa”. Questa “è la Chiesa di Cristo che riceve non solo un invito e nemmeno solo un comando: quello di Gesù è il Comandamento nuovo, che Egli ha vissuto e incarnato fino alla croce. È il Comandamento che non solo ha scritto nei nostri cuori, ma con il quale ha riempito del suo Spirito la nostra vita tanto che possiamo amare come ha amato Lui. Questa è la novità che viene dal Cristo morto e risorto. Il suo Spirito ci consente di vivere l’amore divino, che riceviamo continuamente nei sacramenti, dal Battesimo alla Cresima. E nell’Eucaristia che celebriamo come comunità che si rinnova non solo perché ce la mette tutta e individua percorsi nuovi, ma perché con l’Eucaristia la comunità viene purificata e resa bella e santa. Qui non solo impariamo ad amare, ma siamo raggiunti dall’amore che ci trasforma”.
 
Allora, “potremo dimenticare i fratelli e le sorelle che soffrono, potremo chiudere gli occhi davanti alle tante miserie legate alle malattie di ogni tipo e alle solitudini che sconvolgono le nostre comunità? Potremo celebrare la Pasqua settimanale nella gioia dello Spirito ignorando le tante situazioni oscure della nostra gente, delle nostre comunità, di tanti fratelli e sorelle di ogni età, che non solo non riescono a partecipare alla festa eucaristica ma che si sentono lontani o sono stati allontanati?”, si è chiesto il presule, che ha aggiunto, rivolgendosi direttamente ai ministri straordinari della Comunione: “Dovrete aiutare le nostre comunità a crescere in questa santità, a vivere l’amore fraterno, ad aprire il cuore dalla potenza dello Spirito”. Di qui l’auspicio: “Un rinnovamento autentico e forte verrà anche attraverso il vostro servizio, la vostra testimonianza, il vostro andare a partire dall’Eucaristia perché nessuno resti solo, perché la festa raggiunga tutti perché il Corpo di Cristo sia edificato e cresce e si nutra. Non è un una devozione, ma l’alimento della nostra fede, è la partecipazione a quella vita divina che in Cristo ci è gratuitamente donata”.
 
“La testimonianza che siamo chiamati a offrire e l’annuncio evangelico – ha sostenuto il nostro pastore – passa per l’amore fraterno, l’andare incontro a chi attende di essere raggiunto, amato, ascoltato nella sua sofferenza. Siano le nostre comunità pasquali perché la gioia del Vangelo sia vista nelle nostre terre, tra la gente che cerca, soprattutto per coloro che si trovano in situazioni difficili, per chi non vede più nella Chiesa una testimonianza bella, vera, radiosa della presenza del Signore”. Sì, ha aggiunto mons. Alfano, “questo servizio tante volte nascosto, umile, puntuale, fedele, delicato faccia risuonare la parola di Cristo che ci rende suoi discepoli, sua comunità, suo corpo. Le ferite siano risanate. Non faremo miracoli, non siamo guaritori, ma riceviamo continuamente il dono gratuito dell’amore che ci santifica. È questo il vero miracolo che non possiamo tenere per noi”. Infine, l’invocazione: “Chiediamo al Signore in questa Eucaristia la gioia di seguire Gesù amando Dio con tutti noi stessi e mettendoci al servizio dei fratelli fino al dono della vita, nel nascondimento, nell’umiltà e nel coraggio di stare accanto ai piedi della croce contemplando il Cristo crocifisso che risorto dai morti ci chiama a essere una sola cosa con Lui”.
 
Dopo l’omelia don Francesco Saverio Iaccarino, direttore dell’Ufficio diocesano per la Liturgia, ha spiegato quello che sarebbe successo di lì a poco con il mandato ai catechisti. Il diacono permanente Clemente Statzu, incaricato diocesano del Servizio per i Ministeri Istituiti, ha presentato all’arcivescovo i ministri ai quali è conferito l’ufficio di ministri straordinari della Comunione. Mons. Alfano, dopo aver spiegato il significato del servizio del ministro straordinario della Comunione, ha rivolto tre domande ai ministri sulla loro volontà di impegnarsi in questo servizio. Dopodiché i ministri si sono inginocchiati e l’arcivescovo pregando il Signore di benedirli ha conferito loro il mandato.

 

di Gigliola ALFARO