Mons. Alfano: “Dio non si dimentica mai di nessuno. E’ Lui che ci nutre”

Domenica 29 luglio ci presenta un passo del vangelo di Giovanni:

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo

Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione, il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
Per alcune domeniche la liturgia interrompe la lettura del vangelo di Marco e ci propone il capitolo sesto di Giovanni. Gesù è presentato insieme a tanta gente come spesso, la folla lo cerca, lo segue, lo ascolta e Gesù è lì seduto dinanzi a loro per incontrarli, per far sperimentare la potenza del regno di Dio. Ma l’evangelista Giovanni è preoccupato immediatamente nel raccontare il miracolo della moltiplicazione dei pani, è preoccupato a mostrarci l’attenzione di Gesù per questa gente che ha bisogno di essere aiutata nei bisogni primari, come quello appunto della fame. Filippo è interrogato da Gesù: “Dove possiamo trovare cibo per tanta gente?” E’ una prova, come dice l’evangelista, Gesù sa quello che sta per fare ma deve aprire anche i discepoli a questa dimensione nuova. fare i conti con le proprie possibilità significa riconosce i limiti. Cosa sono duecento denari di pane che non abbiamo, riusciremmo a sfamare tanta gente? Per nulla. Andrea che trova quei due pani e cinque pesci, li presenta dicendo “Ma cosa saranno questi?” Nulla per tanta gente. I discepoli provocati da Gesù, fanno l’esperienza del loro limite e si preparano a raccogliere il dono. Gesù è il dono di Dio, è quello che sta per fare è il segno concreto che aprirà, coloro che lo seguono, ad una storia nuova. Ascoltiamolo anche noi, accoglie molo anche noi, lasciamoci anche noi riempire dalla potenza del suo amore. Fece sedere questa folla sterminata di cinque mila, a gruppi ordinati. E’ una scena che se la immaginiamo è bellissima. Il Signore è venuto a farci uscire dal caos, dal nostro disordine. A ridarci la gioia dello stare insieme in armonia, perché Lui ci nutre. Quei pani, quei pesci, sui quali rende grazie, che preparano il rendimento di grazie con cui si congederà da noi per l’ultima cena. E’ il gesto che Giovanni ci presenta, commovente, Gesù che dà da mangiare a tutti, uno per uno. Finché chiedono il cibo, finché si sfamino, è venuto per questo, per riempirci di un cibo necessario per il cammino. Ed eccoli di nuovo i discepoli, convocati e coinvolti per raccogliere i pezzi avanzati. Per testimoniare con la loro esperienza di servizio che Dio non si dimentica mai di nessuno.

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