Mons. Alfano: facciamoci rivestire dall’amore di Dio, come Bernadette, per partecipare alla grande festa

Domenica 15 ottobre ci presenta un passo del vangelo di Matteo:

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: 
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. 
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
 
Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione, il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
“Una grande festa”.
Così Gesù paragona il regno di Dio ad una grande festa con la parabola di questa domenica. E’ il re che prepara una grande festa per il figlio che si sposa. Un’immagine bella, di gioia, a noi cara per tanti momenti significativi della nostra vita che abbiamo condiviso. Ma una festa dove succede un imprevisto: gli invitati stranamente non vogliono partecipare. Non aderiscono ma il re insiste. Sappiamo che le parabole di Gesù sempre ce le mette davanti perché comprendiamo il rapporto nostro con Dio. Il re insiste, manda altri servi ma la reazione è ingiustificata. Chi va a lavoro, chi è preso dalle sue cose, chi addirittura reagisce con violenza uccidendo gli inviati del re. Stranissimo ma il re non si ferma. Dinanzi ad una reazione dura il re manda ancora i servi ai crocicchi delle strade per invitare tutti, buoni, cattivi. Che bella questa parabola che ci mette dinanzi al cuore sconfinato di Dio che non si ferma dinanzi ai nostri rifiuti assurdi e ingiustificati. Va oltre, chiede a tutti di essere raggiunti dal suo amore e manda altri servi e la sala di riempie di commensali. Così come si sperimenta qui a Lourdes, gente che viene da ogni parte del mondo a partire dall’esperienza di una semplice e povera ragazza. Bernadette ha vissuto la gioia e le difficoltà. Nell’eucarestia che ancora rappresenta il cuore di questa esperienza nei vari santuari di Lourdes, nella gioia di tanti pellegrini, si fa toccare con mano il Signore che prepara una grande festa per tutti, buoni e cattivi. Ma ad una sola condizione. Così si conclude la parabola quando il re entra e trova un invitato senza l’abito nuziale. Ci sembrerebbe strano ma la parabola vuole andare oltre da quelle che sono le usanze antiche o anche recenti. L’abito nuziale, un abito di festa, quello che il Signore prepara per noi. L’abito del perdono, della riconciliazione, della fraternità, dell’amicizia, dell’umiltà, della gioia. Se non ci facciamo rivestire da Lui, non potremo partecipare alla festa e corriamo il rischio di essere cacciati fuori. E ancora Bernadette, questa ragazza che qui ha fatto esperienza straordinaria della grazia di Dio attraverso l’incontro con Maria, l’Immacolata Concezione. Lei è stata rivestita della bellezza di Dio, pur dovendo fare i conti della sua povertà e con le numerose sofferenze che l’hanno accompagnata fino alla fine. Diciamo di si al Signore e saremo anche noi sempre più felici e renderemo felici gli altri.  
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