Mons. Alfano: Firenze 2015 “Una vera esperienza di Popolo”

I riflettori sul Convegno di Firenze sono spenti ormai da qualche giorno. I delegati sono ritornati nelle loro diocesi, riprendendo la vita ordinaria anche se subito stravolta dei tragici fatti di Parigi. Una domanda sorge immediata: può sorgere veramente un “nuovo umanesimo”?, potrà mai avere la forza di sconfiggere il male che tanta ingiustizia e morte semina ancora nel mondo intero? L’interrogativo è serio e profondo. Non basta una risposta scontata e superficiale.

Ripensando a quanto abbiamo vissuto durante i giorni del Convegno, ritorna alla mente innanzitutto la partecipazione corale ed entusiasta da parte di tutti. Una vera esperienza di popolo! La puntualità negli appuntamenti, la fedeltà alla preghiera comune, la ricchezza degli incontri interpersonali, il coinvolgimento appassionato nel confronto, la gioia incontenibile per la presenza del Papa e la pronta disponibilità a lasciarsi guidare da lui nelle scelte ecclesiali e pastorali.

Tante altre cose porto nel cuore. In particolare la nostra delegazione diocesana. Cercando di seguire le indicazioni del Comitato centrale del Convegno ci siamo rivolti non solo a figure istituzionali ma anche a persone che per un motivo o per un altro rappresentassero varie componenti della comunità ecclesiale. È stato significativo ritrovarci insieme, soprattutto a tavola, per scambiarci  idee ed esperienze. Una reale e profonda sintonia ci ha fatto sentire uniti, pur nella diversità di sensibilità e cammini di fede.

Papa Francesco è stato, come sempre, straordinario. Efficacissimo il suo intervento in duomo e poi l’omelia allo stadio. Qualcuno ha parlato quasi di un’enciclica per la Chiesa italiana! Le sue parole penetravano con sorprendente incisività nell’animo: anch’io l’ho ascoltato con intima trepidazione. La conferma del successore di Pietro e il suo forte incoraggiamento a proseguire il cammino, senza voltarsi indietro o cedere a nostalgie inconcludenti: ecco la base da cui ripartire. E poi i compiti a casa per tutti: la sinodalità come scelta ordinaria di stile per ogni Chiesa, l’impegno di tradurre l’Evangelii gaudium nelle proprie realtà locali. La prima immediata risposta è venuta dagli stessi delegati durante i laboratori, mentre ognuno cercava di offrire il suo personale contributo senza paura di essere giudicato o ignorato dagli altri.

Una Comunità aperta, pronta a uscire per toccare la carne di Cristo nei sofferenti e negli esclusi. Una Chiesa senza frontiere, non ingessata in rigidi schemi o impaurita dinanzi alle grandi sfide del presente. Un Popolo in cammino, particolarmente attento a chi è lento nella marcia o è fermo ai bordi della strada. Che bella icona ci è stata consegnata a Firenze con l’impegno di tutti i partecipanti! Ed è questa la risposta ai tanti interrogativi che popolano la mente e agitano il cuore di tanti in questo momento difficile della storia dell’umanità. Una risposta che possiamo e dobbiamo continuare a dare ogni giorno, come discepoli del Vangelo e testimoni della speranza.  In Gesù Cristo il nuovo umanesimo!

+ don Franco, fratello vescovo

Vico Equense, 16 novembre 2015