Mons. Alfano: Gesù ci invita prendere posizione!

 Domenica 18 settembre – XXV Domenica del Tempo Ordinario – ci presenta un passo del Vangelo di Luca
  
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
 
Su questo passo del Vangelo ci offre una riflessione il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
 
Un amministratore disonesto lodato dal suo padrone.
Questa è una parabola, quella che il Vangelo di Luca ci presenta, che noi ascoltiamo, meditiamo e accogliamo, come dono del Signore. Una parabola che ci mette un po’ in difficoltà; è lodato dal suo padrone, quest’uomo che ha imbrogliato, che ha perso il lavoro, che ha avuto le sue difficoltà, che, così ce lo presenta Gesù nella parabola, fa il suo ragionamento, non sa cosa fare, zappare, mendicare, non è capace, ha vergogna, che imbroglia ancora di più, chiamando i debitori, modificando le ricevute.
Quest’amministratore disonesto, viene lodato dal padrone e presentato da Gesù in qualche modo, anche a noi, come un punto di riferimento.
Certo non per la sua disonestà, ma perché aveva agito con scaltrezza.
Sì! Si tratta di agire dinanzi alle situazioni, si tratta di darsi da fare. Gesù lo dice con insistenza: i figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce.
Quindi ci invita a prendere posizione, a cambiare atteggiamento. Se siamo figli della luce se siamo cioè persone che scelgono: non la disonesta, ma la limpidezza, la chiarezza, la luce di Dio è amore gratuito, è generosità, è collaborazione. Allora bisognerà pure reagire, bisognerà pure intervenire senza lasciarsi andare, senza cedere a nostalgie, compromessi o prendersi il tempo della comodità, piuttosto che intervenire con decisione. Sì! Agire con scaltrezza per il bene, perché le ricchezze, che è quello che poi Gesù commenta, le ricchezze che abbiamo, non sono nostre, le ricchezze di questo mondo, non solo quelle materiali, con tutte le loro contraddizioni, vanno condivise, vanno utilizzate per il bene, vanno riconosciute come uno strumento. Non è qualcosa per cui sacrificare noi stessi e i nostri ideali. Insomma a partire dal racconto che Gesù ci mette dinanzi siamo tutti chiamati in causa per rivedere il nostro rapporto, con noi stessi, con le cose, con il mondo, con la vita, con gli altri e perciò Gesù alla fine potrà dire che non ci possono servire due padroni: O Dio o la ricchezza. Uno solo è il bene sommo per il quale vale la pena, non solo desiderare di vivere, ma vivere in pienezza la nostra vita. Ci riusciremo? Certo facendo i conti con i nostri limiti e con quanto accade attorno a noi verrebbe da dire: è solo per alcuni. Gesù lo propone a tutti non solo come ideale di vita, ma come percorso esigente e liberante che ogni discepolo del Signore se segue il Maestro può sperimentare.
 
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