Mons. Alfano: Gesù è la via, seguiamolo per testimoniare l’amore del Padre

Domenica 14 maggio ci presenta un passo del vangelo di Giovanni:

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 
Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».
 
Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
Tommaso e Filippo, due discepoli che pongono una domanda a Gesù. Così il vangelo di Giovanni ce li presenta nel contesto dell’ultimo cena e noi riascoltiamo questi dialoghi nelle domeniche di Pasqua per comprendere, accogliere e vivere anche noi una relazione viva e forte con il Signore Risorto. Il primo, Tommaso, che sentendo parlare Gesù di questa sua destinazione, di questa sua partenza domanda la via: “Signore non sappiamo dove vai, qual è la via? Come possiamo conoscere la via?”. La domanda di Tommaso che nasce dalla sua incomprensione, come molte volte anche nostra, consente a Gesù di manifestare se stesso come la via. Si tratta di andare con Lui, si tratta di seguire Lui, di riconoscere in Lui la verità della nostra vita e di vivere allora un rapporto assolutamente nuovo che consente quello che Gesù dice a Tommaso e agli altri, di incontrare Dio, di fare esperienza di Dio. Grazie a Gesù noi facciamo esperienza di Dio nella nostra vita quotidiana, nei nostri rapporti fraterni, nelle vicende di ogni giorno. Ma ecco l’altra domanda, l’altra richiesta ancora più insistente e profonda, ossia quella di Filippo: “Mostraci il Padre Signore. Facci vedere Dio”. Non basterà sentirne parlare, cogliere da Te gli aspetti più nascosti e profondi. Abbiamo il bisogno di incontrarlo in qualche modo. La risposta di Gesù è preziosissima e riascoltarla in questo tempo della Pasqua, ci consente di vivere il nostro rapporto con Dio, attraverso Gesù nella gioia della sua presenza, ogni giorno. Si, perché Gesù non rimanda ad altro che all’incontro con Lui. “Da tanto tempo sono con te e non l’hai ancora incontrato. Non hai visto attraverso me il Padre?”. Non si può scavalcare Gesù. Gesù è la manifestazione e il volto del Padre. Chi incontra Lui, chi ascolta le sue parole, chi vive in Lui le sue opere, vive nel Padre e si incontra nel Padre. Non abbiamo altro modo di sperimentare l’incontro con Dio che radicarci in Gesù. La Pasqua allora ci consente di vivere la nostra relazione fraterna, fondati in Cristo. Cambia la vita giorno dopo giorno. Gesù assicura “Chi ascolta me, chi segue me compirà le mie stesse opere anche più grandi”. Così potremo testimoniare agli altri e al mondo che il Padre ama tutti i suoi figli. 
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