Mons. Alfano: “La forza della Parola che combatte ogni male”

Domenica 28 gennaio ci presenta un passo del vangelo di Marco:
 
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». 
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
 
Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione, il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
 
Gesù nella sinagoga a Cafarnao nel giorno di sabato.
Il vangelo ce lo presenta così, facendoci intuire quello che doveva essere lo stile ordinario di Gesù. Il sabato la comunità, grande o piccola, si radunava per rendere lode, per ringraziare, per ascoltare la parola del Signore per riprendere il cammino. Sabato santo, sacro, da vivere fino in fondo. E come lo vive Gesù il sabato? Ecco il vangelo che risponde alla nostra domanda. Gesù è lì che condivide con la comunità questo momento di preghiera e si presenta come maestro. Il suo insegnamento, la sua parola, è autorevole. Tutti colgono nella sua parola qualcosa di diverso. Non tanto per quello che dice ma per l’autorevolezza, per la profondità, per la novità del suo insegnamento. Ed ecco che dinanzi alla presenza di Gesù, la reazione di quest’uomo che porta la sofferenza dentro di se, un uomo abitato dallo spirito impuro, così il vangelo ce lo presenta, scoppia. Grida, si mette a gridare forte, contro Gesù, sono le forze del male che reagisco: “Che c’è tra me e te, sei venuto a rovinarci”. L’insegnamento di Gesù, la sua Parola, il vangelo, ieri come oggi, è una lotta contro il male, viene per distruggere il male. Quest’uomo che è abitato dal male diventa solo voce di una reazione profonda e grande, e Gesù reagisce con forza. “Taci, esci da costui”. Ecco allora l’insegnamento di Gesù che si accompagna alla sua reazione. Lui parla e opera, interviene. È venuto non solo a dirci che possiamo vivere nella libertà dei figli di Dio. È venuto a liberarci dal male e quest’uomo segnato da uno spirito impuro e dunque lontano da Dio, lontano dagli altri, lontano perfino da sé stesso è restituito alla vita. Un grande insegnamento forte, nuovo, autorevole, così la gente reagisce. Anche noi abbiamo bisogno di un vangelo, non solo predicato ma praticato e condiviso, diffuso, che arrivi al cuore di ogni persona. Non importa la situazione in cui si trova, proprio perché segnato dal male, da tante forte di schiavitù, il vangelo si fa ancora più attuale. Gesù è venuto per questo. Allora la sua fame si diffuse ovunque, come un guaritore, come un liberatore, come un uomo mandato da Dio: forte, il Messia. Oggi abbiamo bisogno ancora di più di questo annuncio forte, credibile che viene a liberare le persone dai tanti mali che li tengono nelle loro schiavitù. 
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