Mons. Alfano nel Mercoledì delle Ceneri: “In Quaresima riscoprire il rapporto essenziale con il Padre”

“Il Padre tuo vede nel segreto e ti ricompenserà. La Quaresima ogni anno inizia con questa affermazione forte e consolante che Gesù affida ai suoi discepoli e anche a noi, pronti a metterci in cammino in questo tempo speciale di grazia, cogliendo l’invito alla conversione e dirigendoci con fiducia verso la Pasqua”. Lo ha detto ieri sera l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, mons. Francesco Alfano, nella messa con l’imposizione delle Ceneri, celebrata in cattedrale a Sorrento, all’inizio della Quaresima.
 
Il presule ha invitato a fissare lo sguardo su Gesù “per ritrovare il senso della nostra vita e del nostro cammino di credenti”. “Abbiamo bisogno – ha osservato il nostro pastore – di ritrovare la freschezza delle origini e la gioia dell’incontro”. Gesù, ha proseguito, “ricorda che vivere da credenti significa avere la consapevolezza di essere sempre in rapporto con il Padre”. Allora, “il tempo della Quaresima è tempo di ascolto della Parola, di preghiera condivisa e anche tempo penitenziale, ma anche il tempo in cui intensifichiamo il rapporto con il Padre, senza il quale la nostra vita non avrebbe senso”. Di più: “Il rapporto con il Padre è essenziale. Gesù è stato mandato per questo. E attraverso il Vangelo la Chiesa ci consente di vivere intensamente la nostra condizione di figli”.
 
Il rapporto con il Padre, ha spiegato mons. Alfano, “non ci allontana dalla realtà, anzi ci fa vivere ancora più intensamente la nostra vita di ogni giorno”. E Gesù ci ricorda “le vie ordinarie per vivere la fede”: l’elemosina, la preghiera, il digiuno. “Sono modalità – ha avvertito l’arcivescovo – che possono essere rischiose: potremmo pensare che per vivere il rapporto con il Padre rispettando delle pratiche e osservando delle leggi religiose. Il rischio è che potremmo essere degli ipocriti, che mostrano in apparenza qualcosa che in realtà non c’è”. Eppure, “queste vie sono preziose se le guardiamo bene”. Infatti, “l’elemosina ci rimanda ai rapporti con i fratelli, con chi incontriamo nella nostra vita quotidiana, con chi può avere bisogno di noi. E se poi intendiamo l’elemosina non solo come un dare qualcosa, ma come un aprire il cuore e riconoscere che c’è qualcosa che ci unisce, allora, praticare l’elemosina significa riscoprire che siamo fratelli, accettare i fratelli che abbiamo dimenticato o quelli che abbiamo dimenticato o quelli con i quali siamo un po’ in difficoltà. Significherà sentirci uniti e crescere in questa unità nelle nostre famiglie, nelle unità parrocchiali, nei nostri ambienti di vita”. Dunque, ha fatto notare il presule, “solo così lodiamo il Padre, riconoscendo che gli altri sono i fratelli e le sorelle che Lui mi ha messo accanto, sono mia carne”. Anche quando con gli altri abbiamo problemi “dobbiamo imparare a riscoprire la fraternità, anche quando ci costa”.
 
Altro elemento fondamentale in Quaresima è la preghiera: “Questo è un tempo che offre tante occasioni di preghiera, ma soprattutto attraverso la preghiera dobbiamo riscoprire un rapporto più intenso con il Padre, perché la preghiera è non tanto quello che noi siamo capaci di dire al Signore, ma quello che Lui porta a noi”. La preghiera, ha evidenziato mons. Alfano, “nasce dall’ascolto. Ogni anno iniziamo la Quaresima con questo appello che ci rivolge Dio attraverso il profeta: ‘Ritornate a me’. Vuol dire che ci siamo allontanati, non solo singolarmente, ma come popolo? Come comunità ci dovremo chiedere in che modo ci siamo allontanati e che cosa il Signore ci chiede, come vuole che ritorniamo a Lui: con i pensieri, le scelte, le azioni”. E ancora “dovremo interrogarci su cosa ha comportato il fare a meno di Dio. Questa parola, che ci mette di fronte alle nostre miserie, non vuole umiliarci, ma piuttosto sanarci, risollevarci”. Ecco, allora, la preghiera: “In ascolto della Parola del Signore, sperimenteremo l’incontro con Lui”. In questo modo “la preghiera diventa crescita”.
 
Infine, il digiuno, “pratica penitenziale, che ci viene proposta nel primo giorno della Quaresima. Il digiuno per sperimentare ciò che veramente conta nella nostra vita, ciò che è essenziale e di cui non possiamo fare a meno: il Padre celeste. Il digiuno per fare esperienza di libertà, per riscoprire la bellezza del dono che Dio ci ha fatto. Non siamo schiavi. Quante forme di schiavitù intorno a noi e anche in noi. Aiutati dalla Parola del Signore, dobbiamo fare questo cammino di liberazione: Lui ci viene incontro, Lui ci dà il suo Spirito. Noi, ascoltandolo, ci lasciamo riconciliare con Lui”. In questo modo, ha chiarito l’arcivescovo, “cresce la nostra dignità di figli di Dio: ‘il Padre tuo ti ricompenserà’”. Allora, è stato l’invito del nostro pastore, “entriamo con consapevolezza in questo tempo intenso, impegnativo e bello della Quaresima perché vediamo già la meta: se il Signore ci chiede il sacrificio di staccarci da ciò che ci tiene inchiodati a noi stessi è perché noi possiamo godere con Lui la vita nuova di fratelli e sorelle che accolgono il dono del suo amore e lo portano a tutti, soprattutto a chi ne è privo”. Allora, ha concluso il presule, “la nostra Quaresima diventa impegno di solidarietà: avremo l0urgenza di andare a scovare situazioni di sofferenza, di emarginazione, di solitudine, non con la presunzione di risolvere i problemi, ma con la forza del cuore, abitato dallo Spirito, che mi fa andare verso l’altro e mi fa dire con la mia sola presenza: ‘Tu sei mio fratello, il Padre tuo è anche Padre mio, ci mette insieme perché possiamo lodarlo amandoci di più. Così la Pasqua che celebreremo insieme sarà più fruttuosa, per noi, per la Chiesa e per l’intera umanità”.
 
 
Altre fotografie sono visibili sulla pagina Facebook della Diocesi

 

di Gigliola ALFARO