Mons. Alfano: riconosciamo di essere amati e perdonati da Gesù

Domenica 17 settembre ci presenta un passo del vangelo di Matteo:
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
 
Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione, il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
“Fino a settanta volte sette” La risposta di Gesù a Pietro è sorprendente, come sempre. Quando ci mettiamo dinanzi al vangelo rimaniamo non solo sorpresi, sconcertati, provocati. Perché quante volte potrò perdonare al mio fratello, il perdono non è mai facile. Se pecca contro di me mi mette nella condizione di difficoltà, di disagio. Pietro va oltre perché il maestra sa che guarda lontano, chiede l’adesione del cuore, fino a sette volte ed è già cosa umanamente difficile, se non quasi impossibile fino a settanta volte sette. La risposta di Gesù è smisurata, è un perdono senza limiti, è un perdono che non finisce mai. E’ un impegno a perdonare senza stancarsi mai, guardando oltre ogni volta ricominciando da capo. E la parabola che Gesù racconta – immagino il volto di Pietro e di altri discepoli come il nostro dinanzi ad un impegno così grosso – ci dà il fondamento. Non è uno sforzo da fare, indubbiamente quasi impossibile viste le nostre difficoltà umane. Si tratta di riandare alla radice e la nostra esperienza, come quella del servo che deve restituire al re una somma ingente. Impossibile diecimila talenti – Gesù ama i paradossi – non potrà mai restituire questo debito e allora lui, la moglie, i figli, i servi, tutti in prigione per restituire ma per quanto tempo? Basterà tutta la vita? Insomma, la sua supplica è veramente straordinaria e ci sorprende la sua richiesta “Abbi pietà di me, cercherò di restituire il mio debito”. Trova l’attenzione del re che gli condona tutto. Ma questa è la nostra esperienza, noi siamo continuamente perdonati dal Signore e non di poche cose ma di tante, tantissime. Siamo perdonati in un modo illimitato, inimmaginabile e immeritato. E come ci comportiamo? Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno? Gesù scava nel profondo del nostro intimo, conosce le difficoltà delle nostre relazioni ma ci riporta all’origine: un servo spietato. Cento denari sono nulla, ben poca cosa. Quel servo lo supplica in ginocchio e sono alla pari. Non vuole sapere nulla, non accetta spiegazioni e lo mette in condizione di perdere la sua dignità e la sua libertà. Quello che Gesù chiede a noi e null’altro chei renderci conto di quanto siamo amati. Più comprendiamo e riconosciamo di essere continuamente perdonati più ci poniamo dinanzi agli altri con uno spirito sereno e umile in un atteggiamento a comprendere e a perdonare. Allora non sarà più impossibile arrivare a perdonare fino a settanta volte sette perché scopriremo in noi una forza che non è nostra. Lo spirito di Dio e il suo amore misericordioso è il perdono che ci rende veramente fratelli.
Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie