Mons. Alfano: “Seguiamo anche noi la via della croce, seguiamo Gesù”

Domenica 16 settembre ci presenta un passo del vangelo di Marco:

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione, il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
“Tu sei il Cristo”.
Così Pietro risponde alla domanda che Gesù rivolge a tutti i discepoli sulla sua persona, sulla sua identità: “Voi chi dite che io sia?”
Gesù non l’aveva rivolta ancora questa domanda a coloro che avevano lasciato tutto per seguirlo. Lo avevano incontrato, lo avevano ascoltato e stavano imparando pian piano a conoscerlo ma adesso davanti alla domanda esplicita, è Pietro a nome degli altri che risponde. Tutti hanno espresso il parere comune. “La gente chi dice che io sia”. La gente vede in Te un profeta che è tornato, vede in Te colui che annuncia l’arrivo del grande profeta, il regno di Dio. Vede in Te una presenza speciale del Signore ma alla domanda diretta, alla quale i discepoli devono dare una risposta specifica e personale, è Pietro, come sempre, che interpreta quanto ognuno porta nel cuore: “Tu sei il Cristo, sei il Messia. Sei l’inviato di Dio”. ma quanto è difficile far seguire i fatti alle parole, soprattutto entrare in un alogica come quella di Gesù, così diversa dalle attese di allora, come dalle nostre anche oggi. Pietro, pieno di entusiasmo riconosce il Lui il Messia, ma poi fa fatica ad accettare quello che Gesù dice insegnando a tutti il modo in cui il Messia realizzerà il disegno di Dio. Non sarà facile, anzi, sarà osteggiato e sulla via della croce sarà rifiutato, condannato, addirittura umiliato con la pena capitale della crocifissione e poi risorgerà. Non sarà facile, tanto che Pietro si sente in dovere di fermare gesù e di assicurargli con la loro presenza questo non accadrà. Non è facile, né per lui né per noi. Accettare un Messia sconfitto, crocifisso, umiliato e rifiutato. Gesù reagisce con forza e chiede a Pietro di mettersi dietro. Lo caccia via come si fa con il demonio e gli chiede di ritornare come discepolo a seguire Lui. A volte noi ci frapponiamo al Signore e al progetto di Dio. Solo se scegliamo anche noi, lo dirà poi a tutto il maestro, la via della croce, portando anche noi la croce dietro di Lui, accettando anche noi di essere rifiutati, umiliati e condannati. Non importa, solo in quel momento rimarremo fedeli al vangelo e annunceremo l’amore di Dio per tutti i suoi figli.

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