Mons. Alfano: Siate, sempre di più, Misericordiosi come il Padre

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.

Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.  Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.

Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione, il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:

Amate i vostri nemici.

Le parole di Gesù sono altissime, straordinarie, coinvolgenti; ma anche impegnative, difficili, dobbiamo riconoscerlo, l’amore per i nemici non è spontaneo, anzi è l’ostacolo, forse, più grande che troviamo nel nostro cammino di discepoli del maestro, che ci ha dato l’esempio.

Eppure Gesù, alla folla che lo incontra, che lo ascolta, ai discepoli, che vogliono seguirlo, in modo molto esplicito e chiaro, parla dell’amore ai nemici come la forma più concreta e alta della sequela.

L’amore per i nemici non come un sentimento qualunque, no proprio come una scelta di vita.

Si tratta di rispondere col bene al male, si tratta di benedire coloro che maledicono, di desiderare il meglio per quelli che diventano un ostacolo. È un capovolgimento di prospettiva è lo stile di Dio, è il suo amore nei nostri confronti. Gesù insiste il cristiano, che segue il Signore, impara da lui a porgere l’altra guancia, certo anche questo non viene spontaneo, ma guardando Gesù ad essere mite a saper dunque perdonare rispondere non solo rinunciando alla violenza, ma amando a desiderare veramente il bene dell’altro, sperando nel suo cambiamento quando da nemico si pone come un ostacolo alla serenità, alla vita.

Fate del bene, la regola d’oro che Gesù consegna ai suoi discepoli non consisterà solo nell’evitare di fare agli altri altri ciò che non si vuole per sé, molto di più, nel cercare il bene per gli altri così come lo si vuole perse.

La gratuità, la generosità, il coraggio di rispondere, reagendo positivamente anche dinanzi al male.

Ecco rimaniamo senza parole, dobbiamo riconoscerlo, eppure Gesù consegna ai suoi discepoli questa regola che va oltre la stessa regola d’oro, che ha il suo fondamento in Dio – siate e diventate ogni giorno di più misericordiosi come è misericordioso il padre vostro – nella misura in cui noi apriamo il cuore guardando Dio imparando da Gesù ad avere rapporti fraterni, sul suo esempio e con la sua forza, e noi allora non giudichiamo, non condanniamo, ma doniamo con abbondanza, con generosità.
Un impegno altissimo, ma l’unico modo per seguire Gesù, ed essere suoi discepoli, suoi amici, sui testimoni.

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