Mons. Alfano sull’annuncio di rinuncia del Papa: profondissima emozione

L’’annuncio da parte di Benedetto XVI di rinuncia al ministero petrino, a partire dalle ore 20 del prossimo 28 febbraio, ha suscitato reazioni in tutto il mondo. Al nostro Arcivescovo mons. Francesco Alfano, che da poco (il 31 gennaio scorso) lo ha incontrato in occasione della visita ad limina dei vescovi campani, chiediamo di raccontarci le sue emozioni.
Eccellenza, cosa ha provato a questo annuncio?
“Una profondissima emozione e insieme un grande turbamento: sono stati sentimenti che ho avvertiti entrambi in un istante, poi subito dopo ho avuto la percezione di un dono immenso che il Papa stava facendo alla Chiesa in questo momento.
Il ricordo è andato subito all’esperienza di nemmeno quindici giorni fa, nell’udienza sui generis con il Papa. Noi vescovi siamo stati con lui più di un’ora, durante la quale ho potuto entrare in un dialogo silenzioso e profondo con Papa Benedetto, che era vicino a me, lo vedevo, lo ascoltavo, coglievo lo sguardo, i silenzi, l’attenzione, la profondità, la lucidità.
Ho ricordato tutto questo nel momento in cui ho saputo della sua scelta.
Quando l’ho incontrato, di fronte a me c’era un uomo debole nel fisico, profondamente provato, la qual cosa mi ha sconvolto perché non l’avevo mai visto così, ma in quell’incontro il Papa mi ha trasmesso personalmente una grande forza, che non è solo l’amore per la Chiesa che lui serve, perché ho visto in lui molto di più: amore profondo per Cristo. Il Papa era lì con noi veramente come uomo di Dio, completamente preso da questa passione per l’Assoluto che ha segnato tutta la sua vita e il suo pontificato. In quel momento mi trasmetteva questa sintesi mirabile tra fede e vita, tra pensiero e azione, tra amore per Cristo e amore per la Chiesa”.
Il Papa ha spiazzato tutti con la sua scelta?
“Tra i tanti i mali della Chiesa, il Papa ha dovuto affrontare anche l’uscita di alcune carte dal suo studio. Questa decisione di lasciare il ministero petrino, benché maturata nel tempo, invece, non la conosceva nessuno. Questa è una grande lezione che il Papa ha dato alla Chiesa. È bellissimo perché ci ha indicato che lo stile deve tornare quello della serietà. Non solo: con la sua scelta il Pontefice ci fa capire che dobbiamo comprendere quando è il momento di metterci da parte per un bene superiore. La sua decisione indica non solo la libertà, ma anche la possibilità di vivere all’interno della comunità cristiana indicando la via.
E la via è la ricerca di Dio. Ci riporta davvero all’essenziale”.
Cosa vuole dire ai fedeli di fronte a una decisione che provoca comunque turbamento?
“Credo che abbiamo vissuto con la scelta del Papa una forte esperienza di Chiesa. Con questo gesto il Papa ci invita a porre al centro della nostra attenzione Gesù Cristo e considerarci tutti, dal Papa all’ultimo dei fedeli, servi, come dice il Vangelo: servi inutili, che quando hanno compiuto tutto quello che dovevano fare si devono presentare solo come servi. E allora quale atteggiamento avere se non quello della preghiera? Nella preghiera noi ringraziamo per il dono e affidiamo al Signore questo fratello scelto come nostro Pastore e che rimane ancora di più fratello, guida, punto di riferimento, maestro, testimone autorevolissimo. Nella preghiera chiediamo a Gesù di mostrare, in questo momento così delicato di passaggio nella ricerca di un nuovo Pastore universale, la presenza e la potenza del Suo Spirito. È un momento forte di unità all’interno della Chiesa e di accoglienza dei doni dello Spirito. Se lo sappiamo vivere così, nell’Anno della Fede, cresceremo tutti in una dimensione più profonda del nostro essere cristiani e anche nella nostra testimonianza più vera e credibile nella soci

di Gigliola ALFARO