Orientamenti Pastorali Diocesani: Incontro di formazione per gli operatori della Zona 2

La sera di domenica 17 febbraio gli operatori pastorali della Zona 2 (Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, S. Agnello), riuniti tutti insieme nella chiesa parrocchiale dei Santi Ciro e Giovanni a Vico Equense, hanno avuto un incontro di formazione presieduto dall’arcivescovo mons. Francesco Alfano e tenuto dal prof. Luigi Santopaolo (Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale). In linea con gli Orientamenti Pastorali Diocesani 2018-19 “Alzati, scendi e vai con loro”, esso è stato incentrato sul brano dell’incontro tra Pietro e Cornelio (At 10, 1-43).

Erano ovviamente presenti i Parroci, in una chiesa già riempita di tanti e vari operatori e laici dalle parrocchie. Di seguito, più che un resoconto cronologico e sistematico, sono riportati come flash le riflessioni più significative e più coinvolgenti, che il prof. Luigi Santopaolo ha efficacemente offerto e che noi partecipanti abbiamo appassionatamente accolto, ponendoci tante domande nel nostro intimo ed anche facendone qualcuna pubblicamente al relatore.

Innanzitutto, la questione dell’annuncio del Vangelo (kerigma): ai non ebrei all’epoca degli apostoli; ai non cristiani, o meglio all’uomo contemporaneo scristianizzato, oggigiorno.

Il prof. Santopaolo ha chiarito che è vero che “Il Signore è venuto a chiamare prima il suo popolo e poi gli altri” (la posizione di Pietro e Giacomo fino a At 10), ma che “In Gesù c’è la pienezza della salvezza” (la posizione di Paolo in At.) per tutti. Di conseguenza, se Dio ha preso carne in Gesù, questa è la carne dell’uomo stesso, non ebreo, non cristiano, ma di qualsiasi razza, genere e stato. Con il mistero dell’incarnazione di Cristo, tutti gli uomini si sono imparentati con lui. L’incarnazione ha reso l’uomo più vicino a Dio degli Angeli stessi perché Gesù si è fatto carne umana, non Angelo. Il prof. Santopaolo ha fatto poi un esauriente excursus storico a conferma: il Concilio di Nicea nel 325 DC aveva chiarito che a chi è fuori del popolo prediletto di Dio (la Chiesa) non è preclusa la via della salvezza. “La salvezza resta un mistero nelle mani di Dio”; S. Atanasio di Alessandria (295-373 DC), dottore della Chiesa, aveva affermato “Nella Chiesa siamo salvi, ma fuori della Chiesa Gesù può salvare egualmente”: questo è divenuto il fondamento della Festa di Cristo Re, conclusione del nostro anno liturgico.

Ad una domanda specifica sul Dialogo Interreligioso, il prof. Santopaolo ha affermato che è imprescindibile oggigiorno. Proprio alla luce di quanto sopra, le divisioni tra i cristiani “dividono” la carne di Cristo, che invece è una ed unificante per tutti.

Il mistero dell’incarnazione di Cristo: non è mai disgiunto dal mistero della passione e da quello della risurrezione. In ogni celebrazione eucaristica, Gesù nasce, muore e risorge; a Natale non celebriamo solo la nascita di Gesù uomo.

L’azione dello Spirito Santo: essa si manifesta e raggiunge l’uomo alla stessa maniera della salvezza portata da Cristo. In At 14,47 l’effusione dello Spirito Santo avviene effettivamente anche sui presenti, familiari e servi di Cornelio, che non erano ancora stati né circoncisi né battezzati. Il prof. Santopaolo ha rimarcato che il Sacramenti sono i 7 segni con cui Dio si manifesta pienamente, ma Dio, che è onnipotente, si può manifestare anche fuori dei Sacramenti, a chi non li ha ricevuti.

Chiesa minoranza nel mondo: se l’uomo contemporaneo scristianizzato, o anche l’uomo credente, ritiene che la Chiesa di Cristo rappresenti oramai una minoranza, in Italia e nel mondo, ciò non è una sconfitta, non necessariamente un segno di decadenza; il prof. Santopaolo ci invita a considerare ciò una promettente occasione di presa di responsabilità per noi credenti di oggi.

A conclusione, nel salutarci affettuosamente, l’Arcivescovo ci ha invitati a portare con noi questo pensiero: “Ci sentiamo turbati, anzi sconvolti, ma in realtà ci sono stati aperti nuovi orizzonti: questa è la novità della Parola di Dio, questa è la forza dell’azione dello Spirito Santo.”

di Michele Miccio